Ambiente, a proteggerlo ci pensa Santa Caterina

Dopo averle riconosciuto un miracolo, papa Benedetto XVI annuncia la sua prossima canonizzazione. Parliamo della beata Caterina Tekakwitha, una giovane donna pellerossa vissuta nel XVII secolo. Il suo vero nome è Gah-Dah-Li Degh-Agh-Widtha, Caterina è originaria della Nazione Mohawk, in particolare della cittadina di Auriesville nell’attuale Stato di new York, dove è nata nel 1656. E’ stata beatificata da papa Giovanni Paolo II nel 1980.

“Colei che ha la sua strada nelle sue mani”, questo vuol dire il suo nome in lingua mohawk, è celebrata il 14 luglio come protettrice dell’ambiente, come San Francesco d’Assisi. La storia della beata Caterina è molto triste: rimane orfana di entrambi i genitori morti in seguito ad un’epidemia di vaiolo, e viene allevata dagli zii che non avevano figli. Impara ben presto le arti della caccia e della concia delle pelli, ma comincia anche a distiguersi dalle sue coetanee per la sua fede cattolica, ricordo dalla madre e suo unico insegnamento, trascorreva molto tempo nel silenzio dei boschi a pregare e cantare inni alla natura e a Doi.

Poiché durante la domenica la giovane Caterina si dedicava alla preghiera e alla meditazione a contatto con la natura, e non andava dunque a caccia come tutti gli altri membri della tribù. Di conseguenza non le veniva dato cibo e veniva maltrattata e allontanata dalla comunità. I suoi zii cercarono di darla in matrimonio ad un guerriero della tribù ma lei riuscì a fuggire e trovò rifugio e una nuova famiglia nella comunità di gesuiti della città di Caughuawaga, in Canada, dove trascorse il resto della vita insegnando le preghiere e i canti sacri ai bambini e assistendo gli anziani malati. Morì a seguito degli stenti il 17 aprile 1680, all’età di soli 24 anni. La tradizione vuole che le sue ultime parole fossero “Jesos Konoronkwa”, ossia “Gesù ti amo”.

[Fonti: Il Corriere della Sera; Ansa]