Il malcontento della Prestigiacomo sulla ghigliottina finanziaria di Tremonti al Ministero dell’Ambiente ha sortito il suo effetto, sottraendo alle politiche alla Attila del Ministro dell’Economia un budget di trecento milioni. Potremo far crescere un filo d’erba, consolante. E pazienza se navigheremo di meno perché 150 milioni di questo fondo raccimolato qua e là provengono dai fondi destinati alla diffusione della banda larga, altri 150 sono stati raccattati dalla quota nazionale dei Fondi di Servizio. La decisione di ridare un minimo di ossigeno alle politiche ambientali, o almeno agli interventi di sussistenza di quello che è un malato privato di ogni speranza, è arrivata nelle scorse ore dal Consiglio dei Ministri, nell’ambito dell’esame della Legge di Stabilità.
La Prestigiacomo canta vittoria, ora il suo Ministero torna ad avere quel minimo di senso che aveva prima, son soddisfazioni. In gioco d’altra parte c’è ben altro della credibilità del Ministero dell’Ambiente, ci sono politiche di prevenzione del rischio idrogeologico, ad esempio, a dir poco di vitale importanza nel nostro Paese. Non investire nella messa in sicurezza sarebbe equivalso a mettere a rischio la vita dei cittadini e va bene l’austerità e la crisi ma il declassamento non è certo peggio di una valanga di fango che ti crolla addosso nel cuore della notte. In una nota il Ministero dell’Ambiente fa sapere che le risorse su questo fronte ci sono e tiriamo un sospiro di sollievo, restiamo attaccati alla vita per ora:
Per dare continuità nei prossimi anni alle politiche per la prevenzione del dissesto idrogeologico sono stati previsti per il Ministero dell’Ambiente 500 milioni di fondi Fas. Per il dissesto idrogeologico, i fondi Fas assicurano la continuità degli interventi programmati, fondamentali per mettere in sicurezza le aree considerate più a rischio del nostro territorio. Abbiamo recuperato i fondi necessari per attuare, seppure nelle difficoltà attuali, le nostre politiche ambientali. Aver ottenuto 300 milioni, immediatamente spendibili, ci consentirà di realizzare gli interventi programmati.
Ovvero una toppa qua e là, lo sviluppo di politiche ambientali vere e a lungo termine, quello è un’altra cosa, e non si può salvare dai tagli perché non è mai esistito, con buona pace di chi canta vittoria. Però, magari, un’altra visita guidata nelle “moderne” centrali nucleari francesi ci esce per il Ministro… paghiamo noi, vada pure a farsi un’altra gitarella fuori porta.