Il nuovo ministro dell’agricoltura Nunzia De Girolamo, dopo la sua prima importante presenza in Europa al tavolo di discussione e sviluppo della riforma della pesca, raccoglie forti e aspre critiche dagli ambientalisti. Le associazioni la accusano di un deprecabile arroccamento per difendere lo status quo.
La riforma della pesca europea dovrebbe, in teoria, portare a una regolamentazione dell’attività in UE al fine di renderla decisamente più sostenibile. Si tratta di una riforma importante: vi avevamo già parlato delle dichiarazioni in merito dello stesso ministro De Girolamo, sottolineando una certa preoccupazione per le molte parole spese per il rafforzamento dell’economia nazionale e le poche spese per la sostenibiltà della pesca, vero punto discriminante per il nuovo assetto legislativo che l’UE dovrebbe mettere in atto a partire da inizio 2014.
Legambiente, WWF e Marevivo hanno fortemente contestato l’operato del neo ministro.
In un mare come il Mediterraneo che registra la piu’ alta percentuale di stock soggetti a una cattura eccessiva in tutta Europa, l’intervento di De Girolamo indica la totale mancanza di volontà politica di combattere con misure incisive la profonda crisi che attanaglia il settore della pesca e le risorse ittiche
hanno dichiarato le associazioni, aggiungendo che “Arroccarsi su una posizione di difesa dello status quo e’ deprecabile, e rischia di far saltare il processo di riforma”. La De Girolamo edulcora, in sostanza, la volontà di riquantificare la pesca al fine di permettere che le risorse ittiche si ricostituiscano. Gli ambientalisti analizzando a fondo gli interventi nelle sedi ufficiali hanno ricordato come il ministro abbia criticato l’introduzione delle sanzioni per gli stati che mettono in atto pesca eccessiva e come il ministro abbia
richiesto una deroga sui limiti di espansione della capacità di pesca per le flotte soggette a concessioni trasferibili.
Insomma, il ministro De Girolamo sembra non procedere sulla via della cooperazione e della lungimiranza: ricordiamo che le risorse ittiche nel Mediterraneo continuano a diminuire per la pesca scriteriata e che è ciò stesso un fattore che determina la sempre più grave crisi del settore. Non spingere per la sostenibilità della pesca significa guardare all’oggi causando ulteriori, gravissimi danni per il futuro, anche a breve termine.
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