Da decenni l’Amazzonia ha come principale nemico l’uomo. I disboscatori senza scrupoli la stanno decimando ogni anno, ma stavolta a darle il colpo di grazia potrebbero non essere gli umani, ma le conseguenze delle loro azioni. Secondo l’agenzia spaziale Nasa la foresta amazzonica ha cominciato a manifestare i primi segni di degrado dovuti ai cambiamenti climatici.
La siccità che ha colpito mezza America si è presentata anche in questa foresta, e stando ai dati satellitari ha colpito un’area grande due volte la California. A dir la verità questo non è il primo anno che l’area viene colpita da tale fenomeno. Oggi però paga un periodo di siccità iniziato nel 2005 che ha avuto il suo picco nel 2010, ma che oggi comincia a mostrare gli effetti più disastrosi. Gli alberi, dicono gli esperti, hanno avuto poco tempo per riprendersi tra un periodo secco e l’altro, e così due annate disastrose così ravvicinate come il 2010 ed il 2012 hanno fatto perdere migliaia di ettari di foresta.
Gli effetti del cambiamento climatico però non si fermano qui. Anche prima del 2005 infatti si erano manifestate riduzioni della disponibilità d’acqua nell’area. Per più di dieci anni infatti la quantità di piogge è andata diminuendo, fino appunto al picco del 2005 e del 2010. Secondo Sassan Saatchi del NASA Jet Propulsion Laboratory, in teoria le foreste possono recuperare da una grave siccità, ma hanno bisogno di tempo. Più periodi come quello appena trascorso ci saranno, e minori possibilità di recupero ci sono.
Le conseguenze che ne derivano sono la morte degli alberi più anziani, quelli che fanno da “tetto” alla vegetazione e soprattutto agli animali, con ricadute sulla biodiversità molto pesanti. Secondo Saatchi questo fenomeno può addirittura alterare la funzione degli ecosistemi della foresta pluviale, e la perdita di terreno nei prossimi anni è ormai scontata. Speriamo solo si arresti prima o poi.
[Fonte: The Guardian]
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