La stilista di moda etica Marina Spadafora sarà alla direzione creativa dalla nuova linea di abbigliamento sostenibile Auteurs du Monde, presentata da Altromercato al suo debutto sul mercato nazionale. La linea è creata da donne provenienti da ogni luogo della Terra: ci sono Sanita, Anup e Rojina dal Nepal, Lan dal Vietnam, ma anche Wasala dallo Sri Lanka, Trupti e Mala dall’India, e Shoba dalle Mauritius. Ogni capo di abbigliamento ha una sua storia e una sua origine, una tradizione che si ripete da millenni nelle lontane terre dell’Asia, dell’America Latina, dell’Africa.
Etica e sostenibilità sono i principi su cui si fonda la linea di moda per donne, disegnata dalla designer della moda sperimentale Marina Spadafora che commenta così il suo nuovo incarico
La parte più entusiasmante del mio lavoro con Altromercato sono i viaggi che mi consentono di incontrare gli artigiani che producono i capi della collezione, sono persone dignitose e illuminate, sempre pronti a condividere tra di loro quello che ricevono, come noi non siamo più abtuati a fare.
I tagli sono semplici e allo stesso tempo eleganti e femminili; i tessuti sono naturali e green-oriented; la confezione è rigorosamente artigianale nel rispetto dell’ambiente e delle persone, come spiega Pierluigi Traversa, direttore marketing di Altromercato
Attraverso la moda le persone manifestano il proprio stile di vita. Il vestito, l’accessorio sono chiare scelte di identità per coloro che vogliono esprimenre i valori di rispetto dei diritti umani, della giustizia sociale, della difesa dell’ambiente.
L’obiettivo è quello di aprire delle botteghe-boutique nelle principali città del Paese: Trento, Torino, Milano, Roma; e coniugare attraverso la moda etica il design all’avanguardia con l’impatto sociale e ambientale, “incoraggiando i Paesi a sviluppare strategie eco-sostenibili”; come afferma Paolo Palomba, DG di Altromercato
Crediamo che ogni scelta di acquisto possa essere uno strumento per scegliere fra diversi modelli di economia e di società. La moda con il suo business troppo spesso è teatro di sfruttamento, diritti violati, pratiche insostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Il commercio equo e solidale è un’alternativa, concreta e reale.
[Fonte e foto: Altromercato]