Se la situazione ieri sembrava drammatica, oggi pare anche peggiore. Dopo che le forti piogge hanno rotto gli argini del Sele e di alcuni suoi affluenti e hanno costretto all’evacuazione 300 persone, durante le prime ore del giorno hanno fatto forse il danno più grosso: la rottura della condotta dell’acquedotto.
Questo significa che i 14 comuni serviti in quel tratto (tra cui anche alcuni molto grandi come Eboli e Battipaglia) sono rimasti senz’acqua, lasciando a secco circa mezzo milione di persone. Immediato l’assalto ai supermercati e distributori per recuperare l’acqua nelle bottiglie di plastica, ed ora la Protezione Civile ha deciso di inviare autobotti e imbustatrici d’acqua per alleviare le pene dei cittadini che devono già combattere contro il fango.
Stiamo vagliando ogni possibile soluzione per garantire una distribuzione immediata di acqua non potabile con l’ausilio di autobotti per approvvigionare vari serbatoi comunali dei territori interessati dalla sospensione idrica
ha annunciato l’assessore provinciale alla Protezione civile, Antonio Fasolino, dopo una prima stima dei danni. Nel frattempo non solo le 300 persone evacuate ieri sono tornate per cercare di liberare le proprie abitazioni dal fango, non di certo per tornare a vivere nella propria casa, ma altre famiglie sono state costrette nella notte a lasciare le zone colpite.
Ogni tanto però qualche buona notizia c’è, come la riapertura di alcune delle strade ieri bloccate, perlopiù strade statali, ma si tratta di un segnale incoraggiante che fa intravedere un primo ritorno alla normalità, dopo che ieri l’acqua era quasi arrivata a sommergere completamente le automobili.
L’allarme non è cessato la situazione si è stabilizzata, ora dobbiamo sperare che non torni la pioggia. Ci stiamo impegnando tutti per un ritorno alla normalità. Ho letto delle polemiche di alcuni residenti riguardo l’assenza o i ritardi della Protezione civile. Posso garantire che la Protezione Civile provinciale sta lavorando gomito a gomito con quella comunale da giorni senza un momento di pausa. Del resto, il Centro Operativo Comunale della protezione civile si è insediato tre giorni fa, ben prima della esondazione del Sele.
Queste le parole del sindaco di Capaccio-Paestum, uno dei comuni più colpiti, Pasquale Marino, il quale ha anche annunciato che sin da oggi le scuole e gli edifici pubblici possono riaprire.
[Foto: La Stampa]