E’ vero che il disastro appena capitato a Genova è stato improvviso e di certo non ci si poteva attendere che una pioggia di poche ore distruggesse parte della Liguria prima e poi proprio la città di Genova dopo, ma ogni volta che accadono queste tragedie torniamo a parlare di disastro inevitabile. Questo è vero solo in parte, visto che l’Italia è tutta soggetta ad eventi del genere, e non si prendono mai contromisure per evitarle. Un’idea che potrebbe interessarci arriva dalla Spagna.
Il trucco è sfruttare i tetti. Che siano spioventi o piani non importa, ciò che importa è che sono in grado di raccogliere fino al 50% in più dell’acqua piovana rispetto alle coperture piane con ghiaia. A questa conclusione sono arrivati i ricercatori dell’Università Autonoma di Barcellona (UAB), in Spagna che suggeriscono l’inserimento di sistemi per raccogliere l’acqua piovana nella pianificazione urbana.
L’acqua raccolta può essere utilizzata per tantissime finalità come l’irrigazione dei campi, per gli scarichi, per lavare i pavimenti o per innaffiare il giardino, ma soprattutto si evita che finisca in strada dove, aggiunta al resto dell’acqua che cade sull’asfalto, rende le vie cittadine pericolosissime. Basta infatti che questi tetti, che già oggi sono muniti di grondaia, siano collegati ad una cisterna anziché far scaricare l’acqua in strada, ed il gioco è fatto.
Ramon Farreny, co-autore di diversi progetti sviluppati dalla UAB, ha dichiarato:
E’ importante considerare la raccolta di acqua piovana durante la pianificazione e la progettazione delle città, in quanto è una fonte d’acqua alternativa con diversi usi, può anche essere usata per risparmiare l’acqua potabile.
Uno di questi progetti, pubblicato sulla rivista Water Research, indica che i tetti sono uno dei punti più colpiti nelle città dall’acqua piovana, anche più delle strade stesse. Per questo è importante progettare i tetti nel modo corretto. Secondo i ricercatori i migliori sono quelli piani e spioventi, come quelli in metallo o in plastica, meglio di quelli ruvidi o in ghiaia perché hanno meno rugosità (e dunque minor perdita) e sono migliori in termini di qualità fisiche e chimiche. Infatti il primo gruppo di tetti permette il recupero dell’acqua piovana più “pulita” rispetto ad esempio alla ghiaia che deposita alcune particelle organiche che la “sporcano”. Certo, in questo modo quest’acqua non potrà mai essere considerata potabile, ma almeno sarà utilizzabile per altre funzioni.
Le conclusioni dello studio sono state pubblicate sulla rivista The International Journal of Life Cycle Assessment.
[Fonte: Sciencedaily]
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