Alluvione in Liguria: nove finora le vittime, decine i dispersi. Una bomba d’acqua sulle Cinque Terre, così l’ha definita Giampiero Maracchi, climatologo dell’Università di Firenze:
Siamo passati da precipitazioni che avevano una portata di 40-60 millilitri all’ora (tra gli anni ’60 e ’90) a piogge che arrivano a scaricare tra i 90 e i 200 millilitri in un’ora. Si tratta di un fenomeno di tipo tropicale a cui ci dobbiamo abituare, ovvero i cosiddetti flash flood.
Un disastro annunciato per i geologi. In Italia non si investe affatto in prevenzione del rischio idrogeologico, per poi dichiarare lo stato d’emergenza per una tragedia che ormai è abitudine alle prime precipitazioni abbondanti.
Il maltempo si sposterà sul Centro e sul Sud-Italia nelle prossime ore. C’è paura per quanto potrebbe avvenire in Sicilia e soprattutto in Calabria, regione interamente a rischio idrogeologico soggetta a frane e smottamenti per volumi di pioggia anche minori di quelli che hanno colpito le Cinque Terre nelle ultime ore.
Il presidente degli Ecodem Fabrizio Vigni ha parlato di default ambientale per l’Italia:
Smettiamola di chiamarle calamità naturali: le frane delle colline, le esondazioni dei corsi d’acqua, gli allagamenti delle città, le devastazioni del territorio che provocano vittime e ingenti danni economici hanno responsabilità precise. Mentre l’Italia affonda sotto il peso dell’incuria verso il territorio, il Ministero dell’Ambiente viene di fatto cancellato e le risorse, a cominciare da quelle per la difesa del suolo, sostanzialmente azzerate.
Dopo decenni di incuria, abusivismo edilizio, cementificazione selvaggia, mancanza di una politica di prevenzione del dissesto idrogeologico, ha sottolineato Vigni, che altro ci si può aspettare dal territorio in risposta a piogge abbondanti?
Mentre corre il drammatico rischio di un collasso economico-finanziario, l’Italia è già in default ambientale, ha detto Vigni. Un piano nazionale per la riqualificazione ambientale e la difesa del suolo deve essere considerata la più importante opera pubblica di cui l’Italia ha bisogno, se vogliamo garantire la sicurezza dei cittadini, evitare i costi conseguenti a frane ed alluvioni, contribuire alla crescita di un’economia sostenibile.
Ma l’Italia ha altri grandi opere da iniziare: il Ponte sullo Stretto, la TAV, il tunnel di Ventotene, serviranno a spostare i soccorsi più in fretta, tra un’emergenza e l’altra.
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