La primavera è appena entrata e già si cominciano a sentire i primi starnuti…le allergie sono in agguato e, a causa dell’inquinamento atmosferico, le riniti allergiche e i raffreddori sono sempre più forti. Nel nostro Paese sono circa 10 milioni le persone, tra adulti e bambini, che soffrono per le allergie di primavera.
I sintomi delle allergie di primavera sono quelli di sempre: occhi arrossati e lucidi, starnuti continui, tosse secca, pruriti e per le allergie più forti, attacchi di asma. Quel che è cambiato è il calendario delle impollinazioni, complici l’inquinamento e i cambiamenti climatici che hanno anticipato le fioriture. Nei prossimi articoli pubblicheremo passo dopo passo i bollettini dei pollini di quelle che sono le piante e le spore più comuni in primavera: pssia le graminacee, le betullacee, i pollini, i fiori dell’ulivo. Forniremo i bollettini pollinici differenziandoli tra Italia centro-sud e nord in modo tale che ogni lettore possa prevenire l’aggravarsi della sua allergia di primavera non uscendo nelle giornate più critiche, o limitando la sua permanenza in aree verdi e fiorite.
Ai nostri giorni il mix tra allergie di primavera e inquinamento è divenuto ormai pericoloso, soprattutto per i soggetti più deboli, come i bambini, gli anziani e i soggetti asmatici. Gli esperti concordano nel ritenere che l’aumento delle patologie allergiche è dovuto allo smog e agli scarichi dei veicoli, soprattutto quelli a gasolio, poiché le molecole di particolato diesel aggregano i pollini e trasportano gli allergeni in maggior quantità. In inverno la più elevata concentrazione di polveri sottili fa sì che nei primi giorni della primavera le concentrazioni di smog siano più pericolose per la diffusione degli allergeni. Per questo, soprattutto nel Nord Italia dove i limiti di PM10 sono state superate più volte dall’inizio dell’anno, si temono gli effetti più pericolosi.
[Fonte: La Stampa]
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