Muffe, fumo domestico, smog, questi i principali fattori di rischio ambientali additati dagli esperti come causa del boom di allergie che si registra nelle grandi città. A Palermo il dato raccolto dalle ultime rilevazioni finanziate dall’ARPA Sicilia è a dir poco preoccupante: un ragazzo su quattro soffre di rinite allergica e congiuntivite, un terzo lamenta allergie.
Stando a quanto riportato dall’indagine epidemiologica condotta dall’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Palermo (Ibim-Cnr), ai fattori ambientali si deve fino al 41% delle patologie respiratorie. L’analisi è stata effettuata su un campione di 2.150 studenti palermitani di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, e pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica Pediatric Allergy and Immunology.
Responsabili del picco vertiginoso di allergie sarebbero in misura maggiore i gas di scarico delle automobili in città come Palermo con poche fabbriche, e le emissioni industriali in metropoli come Milano.
Precedenti studi avevano evidenziato un incremento di asma ed eczema nei bambini che vivevano vicino ad arterie stradali molto transitate, ed è ancora più recente il monito degli esperti sulla liaison dangereuse tra allergie ed inquinamento atmosferico. Le polveri sottili, di cui sappiamo abbonda ahinoi l’aria di molte città italiane, aggravano i sintomi nei soggetti allergici.
Qualche giorno fa era arrivato anche l’appello dei pediatri italiani ad istituzioni e cittadini affinché ci si attivi per tutelare la salute dei bambini, soggetti in crescita, più fragili e più esposti ai rischi dell’inquinamento, di certo non trascurabili, visto che si parla addirittura di alterazioni ai polmoni, con maggiori probabilità di ammalarsi di broncopneumopatia cronica ostruttiva da adulti.
L’inquinamento nelle città aumenta anche le laringiti croniche, con casi definiti dagli esperti di laringite ambientale, con sintomi persistenti come raucedine, tosse e mal di gola. Ultimo dato proveniente da precedenti studi, ma non certo il meno preoccupante della lunga lista, l’aumento di ictus ed infarto nelle città inquinate.
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