Per milioni di italiani l'arrivo della primavera coincide con il ripresentarsi di fastidiose allergie ai pollini. In questa prima metà del mese di aprile si prevedono concentrazioni elevate da corylaceae in molte regioni.
Temperature più miti, giornate più lunghe ed un paesaggio che si ricopre di colore. La primavera è sicuramente tutto questo ma per milioni di italiani è anche il periodo dell’anno più critico per le allergie ai pollini. In questa stagione infatti si registrano abitualmente le maggiori concentrazioni di pollini nell’aria per molte specie vegetali con effetti negativi sul benessere delle persone allergiche.
Pollini ed allergie
L’allergia ai pollini, detta anche pollinosi, è una condizione molto diffusa che si può manifestare con reazioni fisiche a volte leggere e transitorie altre volte più marcate e durature. Elemento scatenante di queste allergie è il polline contenuto nell’aria che nei soggetti sensibili può provocare reazioni che vanno dalla lacrimazione degli occhi, agli starnuti fino alla tosse. Nei casi più gravi un’allergia ai pollini può provocare vere e proprie crisi d’asma.
Le allergie ai pollini sono spesso legate alla stagionalità in relazione al ciclo vegetativo delle piante. Ogni pianta produce infatti la massima concentrazione di polline in specifici periodi dell’anno rimando pressoché inattiva in altri. La primavera è in questo senso un periodo decisamente critico dal momento che coincide con la fioritura di una gran parte delle specie vegetali presenti alle nostre latitudini. Proprio in questi mesi quindi le persone che soffrono di allergie ai pollini registrano con maggiore frequenza i sintomi clinici dell’allergia stessa.
Secondo alcuni dati del Ministero della Salute la rinite allergica colpisce una percentuale compresa tra i 5 ed il 50% della popolazione mondiale e si manifesta in forme gravi nel 15-20% dei pazienti. Molto diffusa è anche l’asma allergica che si stima colpisca una percentuale compresa tra il 5 ed il 12% di tutta la popolazione europea.
Il controllo sulla diffusioni dei pollini in Italia avviene attraverso la Rete Italiana di Monitoraggio in Aerobiologia (RIMA) la cui gestione è affidata alla Associazione Italiana di Aerobiologia (AIA). La rete comprende alcune decine di stazioni di rilevamento sparse sul territorio che permettono di determinare la concentrazione di pollini nell’aria e di conseguenza il grado di potenziale esposizione per i soggetti allergici. L’AIA pubblica periodicamente il Bollettino Pollinico in cui sono riportati i rilevamenti e le previsioni sulla diffusione dei pollini nelle varie aree climatiche in cui è suddiviso il territorio nazionale.
Bollettino dei pollini per il nord Italia
Nella regione Alpina gli ultimi dati rilevati tra fine marzo ed i primi giorni di aprile 2016 mostrano una concentrazione alta di pollini da betulaceae e da corylaceae con una tendenza all’aumento anche per i prossimi giorni. Concentrazioni medie sono state rilevate per cupressaceae/taxaceae, oleaceae ed in misura minore per le platanaceae con valori previsti costanti nei prossimi giorni.
Quadro molto complesso quello che si registra in Pianura Padana. In questa regione climatica tra fine marzo ed inizio aprile si sono registrate concentrazioni alte di pollini di betulaceae, corylaceae e platanaceae con una previsione al rialzo per i giorni successivi. Alta ma con previsione stazionaria la concentrazione di cupressaceae/taxaceae. Concentrazione media per altri pollini tra cui graminae e oleaceae.
Nella regione Nord Tirreno alta è la concentrazioni dei pollini delle corylaceae con una previsione al rialzo nei prossimi giorni. Tra media ed alta la concentrazione rilevata di di pollini da platanaceae con una tendenza stabile.
Per l’Italia settentrionale concludiamo con la regione Nord Adriatico. Qui alta è la concentrazione di pollini di corylaceae con una tendenza ad un ulteriore aumento. Concentrazione rilevata tra media ed alta per le platanaceae e le cupressaceae/taxaceae. Media ma con tendenza all’aumento la presenza di pollini di betulaceae.
Presenza di pollini nell’Italia centrale e meridionale
Passando alle regioni climatiche dell’Italia centrale e meriodionale, nella regione Appennino Centro Adriatico sono state rilevate alte concentrazioni di pollini di betulaceae, corylaceae, cupressaceae/taxaceae e -in maniera più discontinua- di salicaceae. Tendenza all’aumento delle concentrazioni prevista per le corylaceae.
Situazione migliore per la regione Sud Adriatico – Puglia dove la maggior parte dei pollini rilevati si trova in una classe di concentrazione tra bassa o media. Singole rilevazioni hanno registrato concentrazioni alte di corylaceae e cupressaceae/taxaceae. Tendenza stazionaria per i prossimi giorni.
Sono infine disponibili i dati relativi alla Sardegna. Per l’isola le rilevazioni eseguite tra fine marzo ed i primi giorni di aprile hanno evidenziato una elevata concentrazione di pollini da urticaceae con una tendenza stabile per i prossimi giorni. Livelli di concentrazione media per i pollini da cupressaceae/taxaceae, euphorbiaceae e platanaceae. Su livelli medi anche la concentrazione di spore di alternaria.
Come si sarà notato il bollettino dei pollini per questo inizio di aprile ha visto concentrazioni elevate di pollini da corylaceae in gran parte del Paese mentre altri tipi di pollini hanno mostrato una diffusione più locale. Come già visto qualche tempo fa parlando di smog, anche in tema di pollini la particolare conformazione orografica della Pianura Padana spesso favorisce anche la concentrazione di pollini.
Photo Credits | Dartmouth Electron Microscope Facility
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