Allergica all’elettricità: l’auto-diagnosi che è costata a Janice Tunnicliffe, cittadina britannica di 55 anni, la luce, gli elettrodomestici, il comfort tecnologico delle abitazioni moderne. A riportarne la storia è il quotidiano britannico Daily Mail.
Janice risiede in un cottage a Wellow, vicino a Nottingham, e si ritiene affetta da una sindrome rara, rarissima, denominata elettrosensibilità. I medici, così come il servizio sanitario britannico, non le riconoscono la patologia, considerata piuttosto un disturbo psicosomatico.
I campi elettromagnetici emessi da qualsiasi tipo di apparecchio elettrico le scatenano reazioni avverse. Ma com’è vivere spenti? Oggi che il risparmio energetico è diventato talmente raro da porsi come oggetto di campagne di sensibilizzazione? Niente televisione, niente Internet, nessuna possibilità di comunicare al cellulare. La casa di questa donna, pensate un po’, non ha nemmeno il frigorifero. Congelatore e computer, poi, neanche a pensarci. Ricorda la casa dell’hobbit con la differenza che qui il sacrificio di fare a meno della tecnologia e dell’energia è una scelta obbligata dal disturbo fisico.
La vita di Janice è un’esistenza a luci spente, fatta di serate a lume di candela, trascorse in intrattenimento d’altri tempi, a giocare a scacchi o a scarabeo. E se le vien voglia di prepararsi una tisana, niente da fare: anche il bollitore deve restare off, come tutto del resto. Un’allergia talmente invasiva da influenzare persino la vita di chi le vive accanto, e non ci riferiamo soltanto ai familiari bensì anche ai vicini di casa, costretti a navigare senza affidarsi al wireless per non crearle ulteriori allergeni.
I campi elettromagnetici le scatenano mal di testa, nausea, formicolii. Tutto ha avuto inizio quando per curarsi da un cancro si è sottoposta a chemioterapia, circa tre anni fa. La casa è totalmente isolata dalle onde elettromagnetiche, con finestre schermate.
Il benessere, oltre che un sospiro di sollievo, per questa donna arriva solo quando si reca in campagna, dove può trovare la pace completa dai segnali elettrici e sentirsi al sicuro. Paradossalmente sta bene quando tutti noi entriamo nel panico, ovvero quando c’è un black out in città.
[Fonte: Telegraph]