Lo avevamo predetto già mesi fa, quando erano stati annunciati nuovi lavori di trivellazione in Alaska. Ma non pensavamo sarebbe accaduto tanto presto. La Kulluk, una nave-trivella utilizzata per perforare le ricche profondità dell’oceano appena sotto il Polo Nord, si è incagliata tra i ghiacci di uno dei posti più inospitali del pianeta. E si è rischiato il peggio. 155 mila galloni di carburante, oltre 700 mila litri, si sono trovati in bilico tra la stiva della nave e l’acqua. Se una delle rocce in cui si è incagliata avesse perforato lo scafo, sarebbe potuto accadere uno dei peggiori disastri ambientali della storia.
La Kulluk è una nave di proprietà del colosso petrolifero Shell. L’incidente è avvenuto nella giornata di sabato scorso, e ci sono voluti due giorni per evacuare la nave dal suo personale e far arrivare un’altra nave che trainasse il relitto in salvo. Ufficialmente non ci sono stati danni né alla nave né all’equipaggio, ma la paura è stata tanta. Si sa infatti che quello è uno dei posti più impenetrabili per l’uomo, con venti che raggiungono i 100 km/h e onde alte anche 12 metri. Senza parlare del ghiaccio, tanto ghiaccio.
La Shell ha impiegato quasi 3 miliardi di euro nel suo programma di trivellazione in Alaska, e di certo non si farà fermare da un incidente simile. Il suo piano è di trasformare quelle coste nel nuovo Eldorado dell’oro nero, anche a costo di “violentare” un territorio delicatissimo. Gli ambientalisti di tutto il mondo si sono messi subito in allarme, ma la compagnia non ne vuole sapere di tornare sui suoi passi.
L’Alaska, grazie al suo clima e alla struttura del suo territorio, è rimasta per decenni inalterata, e le trivelle sono state tenute lontane. Oggi però che il petrolio ha cominciato a scarseggiare è vista come una delle ultime oasi per le compagnie petrolifere, disposte a tutto pur di mettere mano alle sue ricchezze. Ma le condizioni del mare renderanno le operazioni sempre pericolose, ed un disastro ambientale non è solo una possibilità, ma una certezza. Resta solo da capire quando avverrà.
[Fonte: the Guardian]
Photo Credits | Getty Images
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