Il G7 Energia, che si è svolto domenica e lunedì a Roma, si conclude di fatto senza una dichiarazione congiunta da parte dei ministri dei 7 Paesi. Il motivo, secondo quanto dichiarato dal ministro dello Sviluppo economico e presidente di turno del summit Carlo Calenda, è da attribuire agli Stati Uniti che durante il summit hanno frenato la firma di un accordo in quanto stanno attualmente rivedendo le loro politiche sul clima.
Un duro colpo per gli ambientalisti e per chi sperava che il G7 fosse un occasione per ribadire gli accordi presi durante la conferenza sul clima di Parigi. E tutto sembra attribuibile all’uragano Trump, che ha cambiato rotta rispetto alle politiche ambientali intraprese da Obama.
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Carlo Calenda ha così spiegato la mancanza della dichiarazione congiunta:
Non è stato possibile firmare una dichiarazione congiunta su tutti i punti. L’amministrazione Usa si trova in un processo di revisione.
E poi:
L’impegno a implementare l’accordo di Parigi rimane forte e deciso per tutti i Paesi dell’Unione europea, si è trattato di un dibattito molto costruttivo con gli Usa: non c’è stata alcuna frizione. Rispettiamo il fatto che gli Stati Uniti stanno rianalizzando la propria posizione.
Il G7 Energia si è quindi concluso con una comunicazione della Presidenza italiana: “In qualità di presidente del G7 l’Italia è impegnata a trovare un terreno comune e a mettere in evidenza ciò che ci tiene uniti. Abbiamo avuto un lungo dibattito su tutti i temi”.
Il “consenso – ha continuato – è stato raggiunto su molti importanti temi, come lo sforzo congiunto per sostenere la sicurezza energetica dell’Ucraina, il ruolo futuro del gas naturale, comprese l’importanza del Gnl e l’interconnessione tra le diverse fonti, la cibersicurezza”. Con l’esclusione degli Usa, poi, è stato confermato da parte dei membri del G7 e dall’Unione Europea “l’impegno a implementare l’accordo di Parigi sul clima, che rimane forte e deciso”.