Tutti siamo contenti quando un cane randagio viene adottato. Avrà finalmente una casa, è il primo pensiero che ci viene in mente. A volte siamo talmente contenti che ci si dimentica di controllare che fine fanno veramente. Se ne dimenticano anche le autorità, o forse non riescono a star dietro a questi traffici, ma fatto sta che secondo una recente inchiesta realizzata da Repubblica sembra proprio che questi cani sono tutto tranne che felici di aver trovato dei nuovi padroni.
Stando a quanto pubblicato in questi giorni, molto spesso questi animali sfuggono ai controlli delle autorità e finiscono in mano alle organizzazioni criminali che li usano come se fossero giocattoli. Lotte clandestine, vivisezione, macelli, persino nei bordelli dove vengono usati come oggetti sessuali. Ma ancora rischiano di venire scuoiati per farne pellicce, o gli vengono fatte ingoiare palline di droga per superare i controlli alla dogana.
E tutto ciò relativamente in maniera facile dato che i controlli sui cani sono quasi del tutto inesistenti. L’unico caso di traffico scoperto i cui responsabili sono andati sotto processo è accaduto ad Ischia dove un gruppo di randagi, finito in Germania, secondo l’accusa sarebbe stato usato per scopi illeciti. La scoperta ha fatto allargare i controlli e così negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi di furgoni sequestrati perché trasportavano animali stipati in maniera disumana per chissà quale traffico.
Il motivo alla base di questa vergogna, dicono su Repubblica, è la mancanza di risorse che molto spesso porta le autorità a non occuparsi dei randagi i quali così finiscono nelle mani della criminalità. Secondo la legge infatti le associazioni dovrebbero sterilizzare e microchippare i cani, ma i costi elevati, non tanto per l’operazione in sé quanto per il gran numero di soggetti, non consente che sia fatta capillarmente, e così si finisce che molti trafficanti ne approfittino, magari a volte anche con il sostegno delle autorità che non sanno quali sono le loro vere intenzioni.
Secondo Rosalba Matassa, coordinatrice dell’Unità operativa per la tutela degli animali, lotta a randagismo e maltrattamenti del ministero della Salute, in Italia ci sono centinaia di rifugi abusivi in cui arrivano piogge di soldi senza che venga effettuato un controllo sulle condizioni nelle quali questi animali vengono tenuti. Bisognerebbe indagare sui 1200 cani che ogni mese lasciano Puglia e Campania per le destinazioni più disparate. Che fine fanno? Come vengono trattati una volta giunti a destinazione? Abbiamo paura di scoprire la risposta a queste domande.
[Fonte: Repubblica]
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