Con una donazione di 40 milioni di euro riparte da ricerca sull’acqua differenziandosi in cinque ambiti di intervento: riutilizzo e riciclaggio della risorsa idrica; trattamento dell’acqua e delle acque reflue; acqua ed energia; gestione dei possibili rischi relativi all’acqua; servizi ecosistemici. Solo con lo sviluppo e l’investimento nella ricerca e nella gestione sostenibile l’Europa potrà essere più competitiva e far fronte alla domanda sempre maggiore di acqua. Vediamo come.
Non c’è settore dell’ecologia, della finanza, della sanità, della mobilità…in cui si possano ottenere obiettivi e miglioramenti se non attraverso la ricerca. Non sempre questa affermazione ha trovato riscontro nel nostro Paese e meno che mai in questi ultimi anni quando tagliando qua e la in ogni finanziaria di soldi per innovazione e ricerca non se ne è mai avuti. L’Europa invece investe molto in questo e, per fortuna, stanzia denaro e fondi anche per Paesi in cui per poter fare ricerca i laureati giovani e non più giovani sono costretti ad emigrare. La cosiddetta “fuga di cervelli”, per capirci. L’Unione europea ha messo a disposizione 40 milioni di euro per attività di ricerca legati al sostegno di progetti che hanno come oggetto di studio l’acqua. Le proposte, che rientrano nel Piano strategico di attuazione adozione del Partenariato europeo per l’innovazione, dovranno essere presentate entro il 4 aprile 2013 a seguito di una giornata di informazione per i potenziali candidati, che si svolgerà a Bruxelles il 15 gennaio 2013. Come ha spiegato Janez Potocnik, commissario europeo per l’Ambiente
La messa in opera del Piano strategico di attuazione non si limiterà a garantire una quantità sufficiente di acqua di buona qualità per soddisfare le esigenze della popolazione, dell’economia e dell’ambiente, ma servirà a rafforzare il settore idrico europeo sui mercati globali, le cui dimensioni sono destinate a raddoppiare entro il 2030.
E’ stimato difatti che entro il 2020 il mercato mondiale dell’acqua aumenterà fino a 1.000 miliardi di dollari, con un incremento dell’1% del tasso di crescita dell’industria idrica, e 20mila nuovi posti di lavoro. Solo una gestione sostenibile della rete idrica potrà permettere all’Europa, e all’Italia, di essere competitivi a livello globale.
[Fonte: Adnkronos]
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