La situazione per l’emergenza a Fukushima legata alle 300 tonnellate di acqua radioattiva fuoriuscita dallo stabilimento resta molto tesa. Il governo del Giappone scende in campo e stanzia fondi per l’emergenza, mentre l’NRA vorrebbe scaricare in mare buona parte dell’acqua contenuta nei serbatoi, sempre se le radiazioni risultano entro la soglia legale.
L’ultimissima notizia è che il Giappone ha comunicato lo stanziamento di 47 miliardi di Yen, pari circa a 360 milioni di euro, al fine di dare maggiori possibilità alla Tepco che continua a gestire in maniera a dir poco sciagurata l’impianto (e bisogna dire che forse l’imminente scelta della sede delle Olimpiadi 2020, con Tokyo candidata, forse ha giocato un suo ruolo nello stanziamento governativo).
Ma cosa si può fare per risolvere il problema dell’acqua radioattiva? Gruppi di lavoro e di studio, monitoraggio costante delle contaminazioni sull’ambiente, e poi l’ipotesi dell’NRA, della Nuclear Regulation Authority giapponese che ha già scatenato non poche polemiche. Già si è certi che parte dell’acqua altamente radioattiva è finita nell’oceano, l’NRA vorrebbe scaricare la maggior parte di quella presente nei serbatoi in mare, naturalmente a patto che si rispettino i valori soglia previsti dalla legge.
La stessa NRA, comunque, sa bene che l’operazione “è destinata a incontrare resistenze”. “Dobbiamo lavorare su questo”, ha aggiunto Tanaka, presidente dell’NRA. E d’altronde bisogna sempre considerare che la gestione finora è stata caratterizzata da un alto grado di mezze verità, di negazioni a loro volta smentite e di informazioni che la Tepco ha tenuto per sé anche per lungo tempo. Appare quindi piuttosto scontato che, al di là della stessa operazione di svuotamento di acque debolmente radioattive nell’oceano, vi è anche una motivata mancanza di fiducia da parte dell’opinione pubblica (ma anche di esperti) nella capacità della Tepco, di portare avanti una simile soluzione in maniera affidabile.
Potremmo dire che l’emergenza a Fukushima resta aperta, ma in realtà sarebbe più preciso dire che non si è mai chiusa.
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