In Italia cresce il numero di coloro che utilizzano l’acqua a km zero: con un incremento del 6,9% dal 2008 a oggi tra coloro che la bevono quotidianamente, gli italiani che scelgono l’acqua del rubinetto, trattata o non trattata, sale in maniera assai considerevole.
L’acqua a km zero secondo un interessante studio commissionato all’Istituto indipendente Cra da Aqua Italia torna a essere sempre più utilizzata dagli italiani. Il 75,5% dei cittadini dichiara infatti di bere acqua a km zero, e ancora più interessante cresce il numero di chi dichiara di berla con grande frequenza oppure sempre: dal 40% rilevato nel 2008 si passa al 46,9%, con un incremento di quasi 7 punti percentuali nel giro di pochissimi anni. Tuttavia si presentano squilibri considerevoli nei dati se si va ad analizzare il nord, il centro e il sud: nel nord-est Italia si raggiunge il massimo consumo con il 61,7% di persone che dichiara di utilizzare abitualmente acqua del rubinetto, mentre spostandosi al sud la situazione muta radicalmente: il 44,1% dichiara di berla al massimo una o due volte l’anno.
Ma perché l’acqua a km zero torna a essere consumata con più frequenza in Italia? Secondo l’indagine i più la sceglierebbero per il gusto (27,5%) e per la comodità, al contrario dell’acqua in bottiglia che deve essere faticosamente trasportata fino a casa (25,6%). A seguire, come è facile immaginare, il risparmio economico: l’acqua del rubinetto è in media tra le 300 e le 1000 volte più economica di quella in bottiglia. C’è anche qualcuno che la sceglie per motivi ambientali? Naturalmente sì, ma nella media italiana sono assai pochi. Nonostante ciò il nord-est si conferma zona di grande attenzione all’ambiente: ben il 29,3% dei cittadini tra i 35 e i 44 anni la sceglie perché maggiormente sostenibile. Certe volte, lo sanno bene gli ambientalisti, fare un passo verso il passato è fare un passo verso la sostenibilità, e quindi il futuro. Con l’acqua a km zero la direzione sembra essere questa.
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