La vicenda che sta colpendo la Calabria sembra davvero provenire da uno dei piccoli e poveri villaggi del terzo mondo, eppure è una realtà italiana. Il lago di Alaco, nella provincia di Vibo Valentia, serve 88 comuni della Calabria centrale e 400mila persone ma l’acqua non è più buona neppure per lavarsi perché è inquinata. Dalle testimonianze locali si apprende che alcuni giorni esce dai rubinetti delle case servite dall’invaso di Alaco un’acqua “marrone chiaro, rosso ruggine, dall’odore fetido e carica di malattie”.
57 impianti sono sotto sequestro ma la regione Calabria continua a raccomandare i suoi cittadini che l’acqua è potabile. Il procuratore Spagnuolo ha fatto mettere i sigilli ai sistemi idrici dopo l’ennesima denuncia del maggio scorso. Le indagini del Nas e del Reparto operativo dell’Arma dei carabinieri coinvolgono la Sorical, la società mista che gestisce l’acqua in Calabria e di cui la regione è socio a maggioranza, le Asp di Vibo Valentia e Catanzaro; l’Arpacal, l’Agenzia per l’ambiente calabrese. Finora sono 26 gli indagati, tra cui il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, ex presidente di Sorical; l’amministratore delegato e il direttore generale dell’azienda; il direttore di Arpacal di Vibo; i dirigenti dell’Asp e diversi sindaci dei comuni interessati.
Nell’inchiesta del pm Sirgiovanni si legge di “notevoli carenze igienico sanitarie e strutturali” che “non potevano non essere notate”, anzi “se i controlli fossero stati eseguiti in modo sistematico nel tempo, non si sarebbe giunti alla disastrosa situazione accertata dalla stessa Azienda sanitaria”. Eh, sì perché nell’acqua “potabile” proveniente dal lago di Alaco sono state trovate tracce di “ruggine, escrementi ed animali”, I cittadini sostenuti dalle associazioni ambientaliste denunciano gli sprechi e le inefficienze della regione Calabria
La diga sull’Alaco ha rappresentato negli anni un caso esemplare di sprechi ed inefficienze: lavori infiniti, finanziamenti bloccati, interrogazioni parlamentari, carte sparite, costi lievitati a dismisura. Da quando poi la Sorical ha allungato i suoi tentacoli, a circa 400.000 persone in 88 comuni di tutta la Calabria è stato negato il diritto all’acqua, perché dai loro rubinetti scorre un liquido maleodorante ed infetto, pompato da un lago malato, ex discarica a cielo aperto mai realmente bonificata.
[Fonte: La Repubblica]
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