I carabinieri del Noe sequestrano la discarica comunale di Brindisi sulla strada per San Vito dei Normanni: l’acqua di falda è stata contaminata, con ferro, manganese e nichel nell’acqua potabile. Si parla di un sequestro per beni del valore di 50 milioni e di conseguenti problemi anche per la già presente emergenza rifiuti nella zona.
L’Arpa aveva lanciato l’allarme per l’acqua contaminata a Brindisi, in contrada Autigno e ora sulla base principalmente di questa emergenza arriva il sequestro della discarica del comune da parte dei carabinieri del Noe di Lecce, con Luca Screti, amministratore della Nubile Srl, iscritto nel registro degli indagati. I carabinieri sono ora al lavoro per capire in che modo sia avvenuta la contaminazione e quanto possano aver pesato eventuali mancanze nei controlli. Per il momento si parla di reati quali inquinamento della falda acquifera e inosservanza dell’AIA, ma attenzione alle parole dell’indagato: la contaminazione dell’acqua esisterebbe già da ben quindici anni, da molto prima che Screti diventasse il gestore della discarica.
La scoperta dei metalli pesanti nella falda acquifera in quel di Brindisi conferma la gravissima situazione ecologica nella provincia, di cui la stessa discarica comunale rappresenta un problema rilevante. E adesso, a discarica sequestrata, si complica ulteriormente la situazione, già difficile, relativa alla gestione della spazzatura nell’area. Che l’acqua nella contrada di Autigno sia avvelenata è ormai fuor di dubbio, oltre ai dati dell’Arpa che avevano segnalato sforamenti dei valori massimi “in quasi tutti i pozzi”, abbiamo anche i dati rilevati dalla stessa Nubile Srl, che parlano di risultati non a norma in circa tre quarti dei casi.
Il caso ecologico della discarica di Brindisi va oltre l’acqua contaminata: il liquido tossico derivante dalla decomposizione dell’immondizia, secondo gli inquirenti, è presente anche in superficie in vaste zone della discarica, dove sono stati rinvenuti rifiuti non autorizzati, mancanza negli stoccaggi e negli abbancamenti, opere effettuate senza autorizzazione e altro ancora. E intanto la spazzatura che doveva essere destinata ad Autigno, nel frattempo, finisce nella vicina discarica di Formica, tristemente nota per reati legati alla camorra e l’interramento di fanghi tossici. Nel brindisino, ancora una volta, non si respira una buona aria, per non parlare dei terreni o dell’acqua.
Tra le prime dichiarazioni in seguito al sequestro della discarica di Brindisi per contaminazione dell’acqua e mancato rispetto dell’AIA, abbiamo quella del deputato del Movimento 5 Stelle Giuseppe L’Abbate:
È dal nostro ingresso in Parlamento, due anni fa, che invitiamo il Presidente Vendola ed il suo assessore all’ambiente Nicastro a pensare ad un piano B che metta in atto la Strategia Rifiuti Zero. Di tutta risposta: il silenzio e l’imperterrita volontà di gestire i rifiuti solamente indirizzandoli in discarica o inceneritore. Ora scatterà l’ennesima emergenza in Puglia, un’emergenza perenne che avvantaggia, come sempre, i soliti politicanti che, nelle emergenze, ci sguazzano.
In tutto questo, si continua a discutere per la decisione dell’UE di tagliare, nella zona tra Brindisi e Taranto, tutti gli alberi potenzialmente ospiti della Xylella fastidiosa entro un raggio di 100 metri da qualunque pianta infetta rinvenuta nella fascia di territorio tra le due provincie.
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