La Settimana mondiale dell’acqua, svoltasi a Stoccolma la scorsa settimana, ha visto riuniti decine di esperti che hanno toccato i temi più critici dell’emergenza idrica che sta interessando molti Paesi sottosviluppati e in via di sviluppo.
I dibattiti e i dati mostrati non hanno mancato di sollevare polemiche sullo spreco di oro blu da parte del mondo occidentale, soprattutto di Stati Uniti ed Europa.
Uno dei tanti problemi trattati nel corso delle conferenze ha riguardato un fenomeno connesso ai cambiamenti climatici, che sta mettendo a rischio le risorse idriche dell’Himalaya.
Questa regione, che si estende tra Cina, India, Nepal, Pakistan, Birmania, Bhoutan e Afghanistan, ha registrato, nell’arco di dieci anni, un aumento di temperatura pari a 0,3 gradi, che corrisponde a ben il doppio della media mondiale.
I ghiacciai dell’Himalaya, a causa dei cambiamenti climatici, indietreggiano ogni anno di circa settanta metri, mettendo a rischio l’approvvigionamento idrico di più di un miliardo di persone.
L’altopiano tibetano, con i suoi ghiacciai e la sua neve, contribuisce infatti ad alimentare il 50% dei fiumi e delle risorse idriche della vasta regione dell’Himalaya. Una perdita che l’umanità non può permettersi.