Buone notizie per la fauna marina: non tutti i coralli rischiano la distruzione. L’allarme, lanciato qualche tempo fa dai biologi marini, riguardava l’acidificazione degli oceani che avrebbe portato i coralli a sbiancarsi, anticamera della distruzione totale. Questo avrebbe poi comportato una serie di conseguenze, tra cui la messa a rischio di molte specie che proprio nei coralli trovavano riparo. Ora però una nuova ricerca smentisce questo scenario catastrofico ed apre a nuove possibilità di sopravvivenza.
La ricerca in questione è stata realizzata presso l’ARC Centre of Excellence in Australia, i Coral Reef Studies presso la University of Western Australia ed in Francia presso i Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement, ed è stata pubblicata su Nature Climate Change. Secondo gli scienziati i coralli potrebbero possedere dentro di loro un meccanismo in grado di contrastare i cambiamenti climatici.
Ma facciamo un passo indietro. L’acidificazione degli oceani è collegata alle attività umane che emettono anidride carbonica in eccesso, tanto che il mare che non riesce ad assorbirla in così ampie quantità cambia il proprio pH, modificandolo in uno più acido. In questo meccanismo gli esseri viventi dotati di scheletro che si trovano nei fondali marini avrebbero potuto subire un contraccolpo duro dal processo di acidificazione, tant’è che pare che il fenomeno non interessi le altre specie.
Ma secondo il professor Malcolm McCulloch del CoECRS e UWA, lo “scheletro” dei coralli sembra molto più resistente di quanto si potesse pensare.
Gli organismi marini formano scheletri di carbonato di calcio che in generale si verificano in una delle due forme conosicute, aragonite e calcite. La nostra ricerca suggerisce in linea di massima che gli organismi con scheletri fatti di aragonite abbiano un meccanismo di adattamento, mentre quelli di calcite vivono meno bene in condizioni più acide.
Di questo secondo gruppo fanno parte i coralli, i quali secondo gli scienziati avrebbero una specie di sistema molecolare che regola l’equilibrio acido interno, in modo da fare adattare l’organismo ai cambiamenti esterni. Purtroppo per il professor McCulloch non si può dire che questo meccanismo funzioni in tutti i tipi di coralli, e così se alcuni possono sopravvivere, altri non ce le faranno.
[Fonte: Sciencedaily]
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