L’impianto di Acerra è realtà. Una realtà che non piace affatto. Il governo Berlusconi non pensi di adottare la soluzione dell’incenerimento per risolvere l’emergenza rifiuti in Italia, ammonisce oggi Legambiente di fronte commenta l’attivazione del primo termovalorizzatore della Campania. Perché il momento è arrivato, e le piazze si riempiono.
Quello che viene denunciato è anche il “piano”: quello di 5 mega inceneritori, un “modello” che il Governo replicherebbe in tutta Italia.
Un progetto folle che va fermato, per Legambiente. La ricetta che l’associazione propone per dare finalmente una risposta concreta all’emergenza rifiuti è un’altra. Quasi banale, dicono.
Applicare il principio della gestione integrata, basato sulla riduzione e il riciclaggio, dove il recupero energetico dei rifiuti combustibili non altrimenti riciclabili rappresenta solo l’ultima opzione – prima dello smaltimento in discarica
Processo che però non deve usufruire dell’incentivo del CIP6, in questo caso apertamente in contrasto con la normativa europea, come da nostra segnalazione alla Commissione, fanno sapere.
Qui trovate degli interessanti dati forniti dall’Ansa sulla situazione degli inceneritori di rifiuti attivi nel Paese. C’è stato, come si legge, un lieve calo nel numero degli impianti attivi in Italia. Il termovalizzatore di Acerra ha attirato e continua ad attirare le critiche più disparate. Monsignor Giovanni Rinaldi non benedirà l’inceneritore. D’accordo con l’intero consiglio episcopale, fa sapere. Una vera e propria crisi di coscienza per politica e dintorni. 10mila metri quadri l’area occupata, e il lavoro è il coronameento di una “vicenda” cominciata già nel 2004.
E in questo termovalorizzatore, simbolo a Acerra e di Acerra, verranno destinate intorno alle 2mila tonnellate di spazzature. Più di 700 mila all’anno. Di più? Si tratta di un terzo (a occhio e croce) dei rifiuti prodotti nella Regione Campania. Le provenienze? Comuni del napoletano come Caivano e Giugliano, comuni del casertano come Santa Maria Capua Vetere, ma anche del beneventano (Casalduni), dell’avellinate (Pianodardine) e del salernitano (Battipaglia).
Tanesha 1 Marzo 2017 il 2:54 am
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