Accordo sul clima, difficile trovarlo prima del 2010

di Redazione 1

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Un nuovo trattato internazionale per combattere il cambiamento climatico non sarà pronto quando i 40 leader del mondo si incontreranno il mese prossimo a Copenaghen, ma può essere finito l’anno prossimo. A spiegarlo è il più alto funzionario delle Nazioni Unite che si occupa di cambiamenti climatici.

Ciò di cui abbiamo bisogno dopo Copenaghen è un po’ di tempo. Non so quanto tempo a sua volta ci vorrà affinché il linguaggio operativo si traduca in un trattato, questo è ciò che i Governi dovranno decidere

ha spiegato Yvo de Boer, capo del Segretariato delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. De Boer ha detto in una conferenza stampa che l’incontro di Copenaghen potrebbe ancora essere un “punto di svolta” nella lotta a livello mondiale per ridurre le emissioni che contribuiscono al riscaldamento globale, ma che i Governi devono prendere i loro “impegni precisi”. Ha aggiunto che non c’è tempo “per i rifiuti”. De Boer ha parlato al termine di una settimana di colloqui a livello tecnico a Barcellona con 4.000 delegati provenienti da 180 paesi.

Egli ha riconosciuto che alcune nazioni hanno pensato ad un trattato giuridicamente vincolante, il quale potrebbe essere approvato a Copenaghen, ma che le altre nazioni semplicemente vedono l’incontro come un luogo per concordare gli obiettivi futuri che porteranno in seguito ad un trattato.

Il primo ministro britannico Gordon Brown, il presidente francese Nicolas Sarkozy e diversi capi africani e caraibici di Governo o di Stato sono tra i 40 leader mondiali che hanno detto che intendono partecipare alla riunione di Copenaghen, ha detto De Boer. Il trattato dovrebbe sostituire l’attuale protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni che contribuiscono al riscaldamento globale.

De Boer ha invitato gli Stati Uniti, che non hanno firmato il Protocollo di Kyoto, ad offrire un obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni del riscaldamento globale e aderire al nuovo trattato, ma anche il Senato degli Stati Uniti prevede di prendere in considerazione la legislazione all’inizio del prossimo anno, includendo un obiettivo di riduzione delle emissioni.

Il gruppo di esperti intergovernativo sui cambiamenti climatici vuole ridurre le emissioni dei Paesi industrializzati tra il 25 e il 40% entro il 2020, sulla base delle loro emissioni ai livelli del 1990. Ma vari Paesi ricchi non vogliono impegnarsi su questi numeri, che farebbero parte del nuovo trattato giuridicamente vincolante a livello mondiale.

De Boer vuole anche che le nazioni contribuiscano ad una proposta di 10 miliardi dollari annui per il Fondo che dovrebbe aiutare le nazioni in via di sviluppo ad attuare strategie per combattere i cambiamenti climatici, ma anche su questo punto difficilmente si potrà trovare un accordo nel giro di un mese.

I colloqui di Barcellona sono stati gli ultimi negoziati multinazionali formali prima della riunione di Copenaghen del prossimo mese, ma viste le premesse, sembra che la volontà di far qualcosa ci sia, ma che difficilmente verrà messa in pratica in così breve tempo.

Fonte: [Cnn]

Commenti (1)

  1. E’ una grande opportunità per il mondo e i leader faranno bene a non deluderci ancora..perchè non è questione oramai, solo di rispetto e comprensione per quello che ci circonda, ma ci troviamo di fronte ad un ultimatum. Ed è la Terra stessa a porlo davanti i nostri occhi.
    Non è questione di avere questa o quella opinione, OGGETTIVITA’, ecco che serve. Va fatto quello che va fatto. Perchè è così che deve essere. Non ci scuse di nessun genere. Pigrizia. Fisica e MENTALE. E non parlo solo dei politici, ma delle persone. Che potrebbero fare qualunque cosa, salvare il mondo! Ma non lo fanno e stanno lì inermi a guardare.

    || http://pensaglobale.altervista.org/wordpress/ ||

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