L’estrazione e la raffinazione del petrolio è un processo che costa acqua. Ogni Paese che estrae l’oro nero è costretto a sprecare miliardi di litri di un bene ancora più prezioso. Le compagnie petrolifere della contea di Kern, in California, hanno calcolato che servono otto barili di acqua per produrre un barile di petrolio. Anche un bambino della scuola elementare arriva a capire che non ci andiamo a guadagnare molto.
Sempre le stesse compagnie hanno consumato l’83% della distribuzione delle risorse idriche del distretto lo scorso anno, e poi ci sorprendiamo che il bene comune per eccellenza arrivi a costare così tanto. Un paradosso se consideriamo che i nuovi dati provenienti da High Country News spiegano che la California sta diventando un posto sempre più soggetto a siccità, in cui alle compagnie petrolifere è stato permesso di aspirare la maggior parte delle fonti d’acqua restituendo acque reflue inquinate. Secondo il network, le acque reflue minacciano l’agricoltura dal momento che questo liquido inquinato finisce nel sistema delle acque sotterranee.
Dalla metà degli anni ’70 fino all’inizio degli anni 2000, Aera Energy ha pompato oltre 2,4 miliardi di barili (o poco più di 100 miliardi di litri) di acque reflue (note nel settore come “acqua prodotta”) dal suo giacimento di petrolio negli stagni del Nord Belridge. L’impatto è diventato evidente a partire dal 1999, quando, per l’Acquedotto Californiano, sono stati scavati diversi pozzi per l’irrigazione. Le acque sotterranee entrate nell’acquedotto hanno raggiunto un campo di cotone accanto al terrapieno, e le piante sono avvizzite. Alla fine, l’acqua prodotta ha ucciso dei mandorli, che sembravano scheletri grigi
ha affermato l’agricoltore Fred Starrh. Dunque non solo l’industria del petrolio consuma acqua preziosa, ma non la pulisce nemmeno prima di rilasciarla nell’ambiente, provocando danni due volte. Sono state molte le iniziative volte a spingere le compagnie petrolifere a ripulire l’acqua che usano, e qualcuno ha anche provato a far qualcosa come Chevron che afferma di riciclare il 90% delle sue acque reflue, ma senza dire come. Il riciclaggio dell’acqua infatti è più costoso del semplice smaltimento, per questo molti produttori fanno finta di niente.
Contaminare l’approvvigionamento idrico è un modo sicuro per garantire che non ci sarà cibo sulla tavola in futuro, afferma Starrh, che conclude affermando che non c’è da meravigliarsi se la California sta attraversando una crisi idrica, e sta perciò investendo molto sugli impianti di desalinizzazione lungo le coste. Nessuno gli impedisce questo spreco, e non ci meraviglieremmo se a breve anche gli altri Stati che estraggono e lavorano il petrolio facessero la stessa fine.
[Fonte: Treehugger]