La popolazione dell’orso bruno (Ursus arctos) in Francia, ora è così rada che la specie potrebbe estinguersi nel prossimo futuro. Tuttavia, c’è una nuova speranza nella forma di una nuova ricerca pubblicata su PLoS One, che suggerisce che il trasferimento in una zona nuova non solo potrà aumentare la dimensione della popolazione, ma potrebbe anche invertire alcune delle cause del suo declino.
I nostri risultati suggeriscono che, avendo una popolazione vitale dell’orso in Francia, questa richiede ricollocazioni ulteriori. In particolare, gli orsi maschi hanno più bisogno delle femmine
spiega Guillaume Chapron dal Grimsö Wildlife Research Station, Swedish University of Agricultural Sciences, Svezia, insieme ai colleghi della Washington State University, USA, e all’Ufficio Nazionale de la Chasse et de la Faune Sauvage, Francia.
Gli orsi bruni francesi sono attualmente presenti solo nei Pirenei in due sotto-popolazioni: la popolazione dei Pirenei centrali, creata da una ricollocazione precedente, e quella endemica occidentale, che si crede possa essere in declino a causa dell’eccessiva mortalità e consanguineità causata dall’essere umano.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti sul campo nel periodo 1993-2005 e hanno scoperto che la popolazione sub-occidentale avava un successo riproduttivo molto più basso rispetto a quella centrale. Essi suggeriscono che questa potrebbe essere la conseguenza della sotto-popolazione consanguinea, che potrebbe favorire la nascita di esemplari malati o deboli, o anche un eccesso di popolazione maschile, che ha sempre maggiori difficoltà a riprodursi. In specie come queste, l’infanticidio sessualmente selezionato è un comportamento in cui i maschi incorrono spesso. Cercano di uccidere i cuccioli estranei per provocare un aumento nella popolazione solo delle femmine, massimizzando la loro possibilità di sopravvivenza.
Chapron e i suoi colleghi hanno usato un modello per calcolare la popolazione di orsi, per capire quale sarebbe il numero adatto alla sopravvivenza, e hanno mostrato che la popolazione potrebbe recuperare un numero sufficiente di femmine se venisse ricollocata. Questi risultati sono importanti anche per la biologia della conservazione, più in generale. La raccomandazione al solito quando si pianifica una ricollocazione è che non dovrebbe aver luogo fino a quando le cause del declino non siano invertite. È vero il contrario, secondo Chapron e colleghi, che suggeriscono che una traslocazione potrebbe avvenire, anche se la diminuzione non è stata ancora invertita, se la traslocazione rimuove i meccanismi biologici alla base del declino.
Fonte: [Sciencedaily]