Sapete per caso quanto ha inquinato il piatto che state per gustare? Se abitate in Italia o in qualche altro Paese europeo, credo di no. D’ora in avanti gli svedesi lo sapranno. Quando il popolo scandinavo acquisterà qualche prodotto alimentare, oltre ad andare a vedere le informazioni nutrizionali, ora potrà consultare anche una “etichetta di carbonio” emesso. Sulle etichette si potrà leggere “il clima ha dichiarato: X kg di CO2 per ogni kg di prodotto”, così la gente saprà quanto gas a effetto serra il loro cibo contribuisce ad emettere, e soprattutto quanto sono responsabili del cambiamento climatico.
Secondo il New York Times, questa è parte di un esperimento che sta per essere lanciato dal Dipartimento Nutrizione del governo svedese:
Le nuove etichette che elencano le emissioni di anidride carbonica associate alla produzione di alimenti, dalla pasta di grano integrale agli hamburger del fast food, verranno visualizzate su alcuni articoli alimentari e menù dei ristoranti in tutto il Paese.
In caso di successo, la pratica potrebbe essere adottata a livello nazionale. Si tratta di un nuovo atteggiamento dello svedese medio verso il clima e la salute, due facce della stessa medaglia, così come le questioni ambientali e nutrizionali.
Ci sono precedenti recenti di una tale idea: il Global Warming Diet utilizza tale etichetta, in maniera sarcastica, per cercare di convincere la gente a prestare attenzione alle emissioni di anidride carbonica degli alimenti e dei prodotti che acquistano. Ma stavolta pare proprio che gli svedesi abbiano preso sul serio l’iniziativa.
Questa idea si sta diffondendo per imitazione anche negli Stati Uniti. Ad esempio il Wal-Mart Sustainability Index, l’indice della principale catena di supermercati, calcola il “carbon footprint” come criterio primario per i prodotti. Questi sforzi di sostenibilità saranno visti da chiunque passeggi nei negozi del gigante del commercio al dettaglio. E questo è stato fatto privatamente, a differenza dell’iniziativa governativa degli svedesi.
In entrambi i casi, il fenomeno è innegabile: il cambiamento climatico sta già cominciando a cambiare il modo stesso di fare acquisti e mangiare. Vedremo se anche l’Italia coglierà al balzo l’iniziativa.
Fonte: [Treehugger]