Qualche mese fa i rappresentanti del Governo continuavano ad ammettere che “gli italiani vogliono il nucleare“. Sin da allora era evidente che la realtà era che solo il Governo voleva il nucleare, mentre gli italiani erano ancora d’accordo con il referendum di oltre 20 anni fa che bandiva le pericolossisime centrali dal territorio italiano.
La prima Regione italiana a ribellarsi è stata la Calabria, seguita dalla Liguria, le quali hanno detto che nel loro territorio non verrà installata nessuna centrale nucleare. Oggi le Regioni “ribelli” sono diventate 11, ed anche la popolazione non è d’accordo. Stando all’ultima indagine effettuata dall’Istituto Format per conto di Somedia, tre italiani su quattro non vogliono le centrali nella propria Provincia.
Al primo posto delle preoccupazioni c’è la mancanza di serenità. Dall’indagine è infatti risultato che il 72% degli italiani non crede che il nucleare di oggi sia così sicuro come vogliono farci credere. Ma a preoccupare i cittadini, ed in primo luogo proprio le Regioni, sono i siti di stoccaggio dei rifiuti, i quali sono pericolossisimi e ci mettono milioni di anni per biodegradarsi. Altre problematiche sono la mancanza d’acqua (per raffreddare i reattori c’è bisogno di una quantità enorme di acqua dolce, e questa scarseggia in quasi tutta la Penisola), e ancora, l’instabilità del territorio, visto che gran parte della nazione è a rischio sismico, e la parte restante è a rischio frane e inondazioni. Insomma, sarebbe come costruire un castello di sabbia durante una tempesta.
E allora come fare per risolvere il tanto sbandierato “problema energetico italiano”? Semplice: con le rinnovabili. Nonostante il Governo conosca ancora molto poco (e male) queste tecnologie, gli italiani sono molto più informati, e all’interno dello stesso sondaggio, si sono detti favorevoli all’ingresso del solare fotovoltaico nel 48,6% dei casi, seguito dall’eolico (25,9%), solare termico (17,3), onde marine, biomasse, geotermia e mini idroelettrico.
Fonte: [Repubblica]