Di sicuro non ce ne siamo accorti, ma la forma della testa e le dimensioni corporee dei roditori sono cambiate rispetto al secolo scorso. Un’équipe di ricercatori della University of Illinois di Chicago ha studiato il legame tra questi mutamenti morfologici dei topi, la densità della popolazione umana e gli stravolgimenti ambientali provocati dal riscaldamento globale. E sono giunti alla conclusione che alcune specie animali si adattano alla modifica del loro habitat e all’innalzamento della temperatura meglio e prima di altre. Tra queste appunto ci sarebbero proprio i topi.
La ricerca, coordinata da Oliver Pergams, professore di scienze biologiche alla University Illinois di Chicago (UIC), è stata pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica PLoS One.
Pergams e i suoi collaboratori hanno scoperto che le dimensioni e la forma dei mammiferi verificatesi in meno di un secolo e osservabili in tutto il mondo sono sostanziali e sono strettamente correlate all’adattamento ai cambiamenti climatici innescati dall’uomo, dalle emissioni e dall’inquinamento.
Pergams aveva già studiato in precedenza i cambiamenti anatomici di due specie di roditori, lontani geograficamente, il topo cervo (della famiglia dei Cricetidae) di Channel Island sulle coste della California e una specie di roditori, il topo muschiato, che hanno il loro habitat nei territori a nord-ovest di Chicago, osservandone i veloci mutamenti strutturali avvenuti.
Come spiega lo stesso Pergams:
Le due specie in analisi non erano gli unici esempi di cambiamenti repentini nella struttura morfologica. Mi chiedevo se questi cambiamenti fossero avvenuti anche altrove, e le cause che li avevano scatenati.
Pergams ha esaminato un campione di roditori da musei di tutto il mondo, comprese le grandi collezioni del Field Museum di Chicago e dello Smithsonian di Washington. Nel complesso, ha registrato più di 17.000 misurazioni del cranio e del corpo da 1.300 esemplari provenienti da 22 sedi in Africa, nelle Americhe e in Asia. I reperti degli animali erano stati raccolti dal 1892 al 2001.
Lo studioso ha anche messo a confronto i campioni raccolti da isole scarsamente popolate con quelli del continente, dove le popolazioni umane sono più fitte.
Pergams ha trovato in entrambi i gruppi almeno 15 cambiamenti nei tratti associabili a cambiamenti nella densità della popolazione umana, temperatura attuale, tendenze di temperatura e precipitazioni.
Le specie di roditori sono in grado di adattarsi rapidamente ai veloci cambiamenti ambientali e hanno perciò maggiore possibilità di sopravvivere ai grandi mutamenti climatici causati dall’uomo.
[Fonte: University of Illinois at Chicago (2009, July 31). Rodent Size Linked To Human Population And Climate Change. ScienceDaily. Retrieved August 1, 2009, from http://www.sciencedaily.com /releases/2009/07/090730200634.htm]
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