Non arrivano notizie positive da uno studio effettuato dalla Nasa e dall’Agenzia spaziale tedesca sulle riserve di acqua dolce presenti sul Pianeta Terra. Sono stati infatti esaminati i dati satellitari di quasi un decennio, dal 2015 al 2023 e ciò che è emerso è davvero preoccupante. Infatti è stato notata una costante riduzione delle riserve d’acqua dolce, con circa 1200 chilometri cubi d’acqua persi in dieci anni.
Gli ultimi studi sulle riserve di acqua dolce nel mondo
Una diminuzione che preoccupa sempre di più e che riguarda anche l’Italia. I ricercatori che hanno condotto tale studio hanno definito questa fase persistentemente più secca e che purtroppo sta accompagnando i continenti terrestri. Approfondendo ancora di più la questione, si parla di volume di acqua complessivamente presente sulla Terra, quindi non sono quella in superficie, ma anche quella sottoterra.
Da queste analisi provenienti dai dati satellitari c’è stata una riduzione dell’acqua dolce sulla Terra, in questi dieci anni, che ammonta praticamente a circa 30 volte l’acqua contenuta nel Lago di Garda, che si ritrova con ben 50 chilometri cubi di acqua. Le cause di questa problematica non sono solo da ricondurre alla siccità e all’aumento delle temperature, con la crisi climatica ormai sempre più evidente sul nostro Pianeta, ma un problema è dovuto anche all’espansione dell’agricoltura irrigata.
Infatti le aziende che appartengono a questo settore attingono all’acqua presente nelle falde acquifere sotterranee ma se la pioggia e la neve non riescono a reintegrarle a sufficienza il rischio è che queste si impoveriscano sempre di più. Chiaramente la mancanza di acqua dolce porta ad un impoverimento della terra, quindi ad un rischio alquanto elevato di carestie, povertà, conflitti e malattie. In Italia la situazione non sembra di certo essere incoraggiante, infatti secondo il Canale Emiliano Romagnolo, ci sono non poche difficoltà idriche per quelle regioni italiane che sono situate sotto la linea appenninica.
Qualcuno può pensare come le ultime alluvioni avvenute nelle zone dell’Emilia Romagna e della Toscana abbiano sopperito a tale problematica, ma non è in realtà così. Anzi le grandi quantità di acqua che sono cadute durante tali fenomeni metereologici non vengono trattenute dalla superficie. Non si riesce ad immagazzinarle. Infatti ritroviamo il fiume Arno di nuovo al di sotto dei livelli medi del periodo.
Dando uno sguardo ad altre regioni italiani, in Umbria si è notato come il Lago Trasimeno, che risulta essere il quarto lago più grande d’Italia, sia in costante decrescita. Ad oggi infatti si ritrova a 27 cm sotto il livello minimo vitale, 20 cm in meno dell’anno scorso. Insomma, vanno monitorate le riserve di acqua dolce nel mondo.