Imparare ad ascoltare il proprio corpo non è solo una frase fatta, con cui spesso si ha ricordata l’importanza di prendersi cura di sé e della propria salute intesa in senso ampio. Riuscire ad ascoltare il proprio corpo ha significa avere una maggiore consapevolezza di sé per migliorare sul piano fisico, emotivo, psicologico.
Cosa significa imparare ad ascoltare il proprio corpo
L’organismo umano va considerato, infatti, un sistema aperto che interagisce attivamente con la realtà che lo circonda. Numerosi fattori, eventi, soggetti esterni influiscono – sia in maniera positiva e sia in maniera negativa – con il suo funzionamento e possono alterarne lo status. Queste alterazioni si traducono biologicamente in sensazioni come quelle di fame, freddo, sonno, eccitazione o su un piano più emotivo e psicologico in emozioni come la gioia, la tristezza, l’ansia. Imparare ad ascoltare il proprio corpo significa imparare a riconoscere sensazioni ed emozioni, a saperle distinguere tra di loro – e a saper distinguere, cioè, quando si ha fame perché non si mangia da molto tempo e quando invece quella che sembra una sensazione di fame nasconde in realtà la stanchezza di una notte insonne – e a riconnetterle a cosa le ha causate. Sapendo ascoltare il proprio corpo si giunge, quindi, a una maggiore consapevolezza di sé che può tradursi in un maggiore benessere psico-fisico percepito.
Tre tecniche per imparare ad ascoltare il proprio corpo
Ci sono tante tecniche che possono aiutare quando si tratta di imparare ad ascoltare il proprio corpo. Per semplicità e perché più immediate da applicare nella vita di tutti i giorni ne citeremo tre: alimentazione intuitiva, consapevolezza sensoriale e meditazione.
L’intuitive eating o alimentazione intuitiva è un approccio all’alimentazione che rifiuta diete, schemi e regimi alimentari standard e promuove invece di mangiare prestando attenzione ai segnali che provengono dal proprio organismo. Se ascoltato attentamente, infatti, il corpo è in grado di mandare chiari segni che indicano quando è ora di smettere di mangiare perché si sono abbondantemente reintrodotte le energie consumate o quando è il caso di concedersi un pasto più abbondante perché l’organismo è impegnato in processi più dispendiosi sul piano energetico. Smettere di classificare, come accade spesso nelle diete tradizionali, i cibi in buoni e cattivi, concedendosi per esempio delle merendine dietetiche quando si avverte un impellente bisogno di zuccheri, è un buon punto di partenza per cominciare a mangiare in maniera più intuitiva, esattamente come lo è mangiare più piano e assaporando i singoli bocconi. Concentrarsi su singoli, piccoli aspetti del resto è forse la base per giungere a una piena consapevolezza di sé e il principio su cui si basano anche le altre due tecniche per imparare ad ascoltare il proprio corpo citate.
Per consapevolezza sensoriale si intende, infatti, la capacità di interpretare i segnali che arrivano nel “qui e ora” dai cinque sensi, che siano essi una sensazione di freddo o di fastidio per la luce troppo intensa: tatto, gusto, olfatto, udito e vista sono il modo più atavico con cui gli uomini si relazionano e conoscono il mondo e se stessi. La pratica della meditazione, anche nelle sue versioni più “smart” come la mindfulness, ha come obiettivo portare l’individuo a concentrarsi sul presente e a essere in ogni momento presente a sé stesso, status che è stato dimostrato essere associato a un maggiore benessere olistico.