Sono molte, fortunatamente, le aziende italiane e internazionali che hanno maturato una nuova sensibilità nei confronti dell’ambiente. Si tratta di un dato importante, visto che l’attività produttiva e la distribuzione dei prodotti di largo consumo partecipano in larga parte all’inquinamento. Quando si parla di traccia ambientale, ognuno deve considerare non solo ciò che effettivamente fa nel corso della sua vita, ma anche i prodotti che utilizza. Le aziende sostenibili hanno oggi un piano ben preciso, anche per quanto riguarda smaltire la plastica e come produrre meno rifiuti.
Un materiale molto utilizzato
La plastica è tra i materiali più diffusi e utilizzati da chiunque. Del resto il packaging in materiale plastico ha permesso in passato di arrivare alla diffusione massiva di vari prodotti. Si pensi ad esempio ai detergenti, ma anche ad alcuni alimenti che sono impacchettati con film plastico. La plastica vergine deriva dalla lavorazione del petrolio, una materia prima di origine fossile, il cui consumo sarebbe da ridurre in modo drastico. Fortunatamente la plastica si può, quasi sempre, riciclare; lo sa bene Procter & Gamble che ha da tempo cominciato un piano a lungo termine per quanto riguarda la gestione e il riciclo dei rifiuti. Questa azienda, come anche alcune altre, ha sin dal 2010 cominciato un progetto di riduzione della produzione dei rifiuti, volto ad ottenere alcuni importanti traguardi. Stiamo parlando di un’attività che coinvolge l’azienda in primis, sia a livello dei prodotti offerti, sia a livello di produzione degli stessi, ma devono fare parte di questo progetto anche i clienti.
Un progetto a lungo termine
Quello che stanno facendo alcune aziende è un progetto a lungo termine, volto a ottenere precisi obiettivi entro il 2030. Stiamo parlando di: predisporre del packaging ecosostenibile, promuovere la raccolta differenziata, ideare nuove soluzioni per il riciclo della plastica, riciclare i pannolini e raggiungere il traguardo degli zero scarti in discarica. Chiaramente il passaggio da una società che produce tonnellate di rifiuti a una realtà che cerca di limitare al massimo tale produzione non è facile e procede per passi. L’idea di ridurre i rifiuti in discarica da parte delle aziende è già un passo importante. Per farlo è necessario considerare in modo diverso lo smaltimento della plastica, in quanto stiamo parlando di un rifiuto che può diventare una materia prima. Le aziende che cercano di raggiungere questo traguardo in buona parte dei casi ci sono già riuscite, seguendo un circolo virtuoso; si tratta di limitare la produzione di rifiuti, ma anche di riutilizzare e riciclare i rifiuti prodotti.
Come si smaltisce la plastica
Questo è un altro nodo fondamentale da comprendere, visto che stiamo parlando di un materiale che molti soggetti quotidianamente conferiscono attraverso la raccolta differenziata. Purtroppo non è così semplice riuscire a riciclare al meglio tutti i contenitori in plastica; sostanzialmente perché non sempre i macchinari dei centri di smaltimento sono in grado di riconoscere il materiale esatto che compone una confezione. Per migliorare questa situazione oggi è possibile utilizzare degli speciali marcatori, da applicare ad ogni confezione; questa semplice soluzione consente di suddividere correttamente il packaging in plastica, in modo da poterlo riciclare in maniera corretta, per farlo diventare nuovamente materia prima.
Ridurre l’utilizzo della plastica vergine
Il tentativo è poi quello di ridurre al minimo l’utilizzo di plastica vergine, quella ottenuta direttamente dal petrolio. Purtroppo nel ciclo di smaltimento della plastica oggi si produce polipropilene di bassa qualità, che viene poi utilizzato soprattutto per alcuni prodotti, come ad esempio arredi urbani e contenitori per i rifiuti. Il tentativo è invece quello di trasformare il processo di riciclo in modo virtuoso, rimuovendo i contaminanti dal polipropilene raccolto in discarica, in modo da farlo tornare ad essere resina come quella vergine, da sfruttare per la produzione di nuovo packaging.