Anche nella prima metà di giugno sono molti i pollini presenti nell'aria che possono generare varie forme di allergia. In molte zone d'Italia sono elevate le concentrazioni di pollini da plantaginaceae.
Anche se astronomicamente l’estate inizierà solo tra un paio di settimane, il mese di giugno da un punto di vista meteorologico e climatico appartiene pienamente alla stagione estiva. Statisticamente giugno è caratterizzato da una bassa piovosità e da temperature in crescita; queste condizioni combinate con il ciclo vegetativo delle piante fa si che in questo mese si registrino in maniera diffusa alte concentrazioni di pollini. Un periodo quindi ancora difficile per i milioni di italiani che soffrono di allergie respiratorie legate ai pollini.
I pollini di metà giugno al Nord Italia
Come già in aprile ed in maggio, anche per questo mese di giugno riprendiamo i tradizionali post dedicati alla presenza di pollini. Come consuetudine faremo riferimento ai dati del Bollettino Pollinico redatto dall’Associazione Italiana di Aerobiologia (AIA) e basato sui dati raccolti attraverso la Rete Italiana di Monitoraggio in Aerobiologia (RIMA). I dati più recenti contengono le misurazioni effettuate sulla rete nella settimana tra il 30 maggio ed il 5 giugno affiancate da previsioni sulla tendenza fino al prossimo 14 giugno. In ciascuna delle 10 aree climatiche in cui viene suddivisa l’Italia, l’AIA attribuisce una classe di concentrazione ad ogni polline registrato. Tale metodologia prevede quattro classi denominate Assente, Bassa, Media, Alta a cui corrisponde una presenza crescente di quel polline.
Partiamo come al solito con i dati della regione ‘Alpi e Prealpi’ dove si può in generale osservare una limitata presenza di pollini nell’aria. Molte tipologie sono addirittura assenti mentre gli unici valori che raggiungo la classe di concentrazione media riguardano i pollini da graminae (o graminacee). La tendenza fino a metà mese vede una condizione stazionaria per la maggior parte dei pollini con una flessione per quelli da betulaceae, corylaceae, cupressaceae/taxaceae.
Non troppo dissimile è la situazione per la regione ‘Pianura Padana’. Qui nella settimana monitorata sono i pollini da piante plantaginaceae a registrare i picchi più elevati con tre giorni su sette in classe Alta e quattro in classe Media. Costantemente su valori medi è la concentrazione di polline da graminae e di spore di alternaria. Tra bassa ed assente la presenza di altre tipologie. Stabile la previsione per i prossimi giorni.
Passando i dati della regione ‘Nord Adriatico’ la settimana monitorata ha registrato una presenza elevata di polline da graminae (4 giorni in classe Alta e 3 in classe Media). Tre giorni in classe di concentrazione Alta anche per oleaceae e plantaginaceae. Generalmente bassa la concentrazione delle altre varietà monitorate. Le spore di alternaria sono state misurate in classe di concentrazione Media in 6 giorni su 7 con un picco di un giorno in classe Alta. Stabile la tendenza fino a metà mese.
Una condizione generalmente migliore si registra sull’altro versante nella regione ‘Nord Tirreno’. Qui la concentrazione di pollini da graminae e oleaceae si è attestata su valori medi mentre le restanti varietà misurate si sono collocate su valori bassi. Quasi sempre assenti le spore di alternaria. Stabile anche in questo caso la tendenza prevista fino al 14 giugno.
Alte concentrazioni di pollini in Sardegna
Nella regione climatica ‘Sud Adriatico’ le concentrazioni mediamente più elevate si sono registrate per i pollini da plantaginaceae con tre rilevazioni in classe di concentrazione Alta e due in classe di concentrazione Media. Due rilevazioni in classe di concentrazione Alta anche per le oleaceae ed una per le graminae. Generalmente su valori medi la presenza di pollini da urticaceae e spore di alternaria. Stabile anche in questa regione la tendenza per i prossimi giorni.
Come già accaduto nella seconda metà di maggio, è la Sardegna a presentare la situazione più complessa quanto a presenza di pollini. Tra i dati disponibili infatti, quelli relativi all’isola sono tra i più complessi. Particolarmente elevata è la presenza di pollini da oleaceae con ben 6 rilevazioni su 7 in classe di concentrazione Alta. Per i pollini da plantaginaceae si registrano invece 4 rilevazioni in classe di concentrazione Alta e due in classe di concentrazione Media. Due picchi in classe Alta anche per le fagaceae. Su valori medi ma sostanzialmente costanti i pollini da cheno/amaranthaceae e urticaceae così come le spore di alternaria. Anche per la Sardegna la tendenza per i prossimi giorni è attesa stazionaria.
I pollini da plantaginaceae
Nei precedenti bollettini sui pollini abbiamo dedicato brevi approfondimenti alle piante corylaceae, oleaceae ed graminacee. In questa occasione parleremo invece delle plantaginaceae. Si tratta di una famiglia di piante molto numerosa che comprende un centinaio di generi e fino a 2000 specie differenti. Nella maggior parte dei casi le plantaginaceae sono piante erbacee terrestri ed, in misura minore, acquatiche. La loro diffusione nel modo è concentrata nelle zone extra-tropicali in cui rientra in piano anche la fascia mediterranea. Data la grande varietà di specie, è possibile trovare plantaginaceae in regioni climatiche tra loro anche molto diverse per latitudine ed altitudine.
In Italia è diffuso in maniera pressoché uniforme il genere Antirrhinum noto come il nome comune di ‘Bocca di leone’ e caratterizzata da fiori molto profumati. Molto comune è anche il genere Plantago noto anche come ‘Piantaggine’. Tra le plantaginaceae rientra anche il genere Veronica che individua una serie di piante aromatiche. Alla stessa famiglia appartiene anche il genere Globularia che include numerose specie con infiorescenza sferica a capolino; queste piante sono spesso indicate con il nome comune di Vedovelle con varie declinazioni a seconda delle regioni geografiche e delle caratteristiche della singola specie.
Photo | Thinkstock
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