Ma in pochi sanno che la maggior parte di responsabilità dell’effetto serra ce l’ha la deforestazione.
Il cattivo posizionamento di questi due grandi Stati è dovuto proprio alla deforestazione, e ai metodi barbarici di bonifica ambientale. In pratica nel sottosuolo indonesiano è presente un terzo di tutta la quantità di carbonio mondiale. L’espansione delle piantagioni di palma da olio nelle foreste torbiere viene praticata drenando il terreno con un reticolo di canali. I canali vengono inizialmente impiegati per il trasporto dei tronchi e, successivamente, vengono svuotati per far defluire l’acqua e prosciugare il terreno. Malgrado questa pratica sia vietata, la biomassa residua viene normalmente rimossa con il fuoco immettendo nell’atmosfera enormi quantità di CO2. Ogni anno 1.8 miliardi di tonnellate di gas serra vengono rilasciati nell’atmosfera a causa della degradazione e degli incendi delle foreste torbiere indonesiane. Risultato? L’olio di palma va ad ingrossare i portafogli delle industrie cosmetiche e alimentari, ma rende irrespirabile l’aria delle stesse persone che praticano queste tecniche. Le industrie più coinvolte in questo genere di inquinamento sono la Nestlè, l’Uniliver e la Procter&Gamble.
Su questo punto è scesa in campo anche la Nasa, che dai suoi rilevamenti ha indicato che se nei prossimi 10 anni non si prenderanno provvedimenti per ridurre le emissioni di gas serra, tutte le future politiche ambientali saranno impraticabili se non impossibili per arrestare l’aumento delle temperature. Secondo la commissione europea del 2007, invece, ci vorrebbero centinaia di anni per recuperare la perdita del carbonio causata dalle torbiere indonesiane.
L’Indonesia ha già perso 28 milioni di ettari di terreno dal 1990 ad oggi, e le stime sono più che catastrofiche: si è calcolato che, andando di questo passo, le foreste indonesiane saranno distrutte per il 98% tra vent’anni.
Le soluzioni che propone Greenpeace sono molto semplici: fermare la deforestazione (2 miliardi di tonnellate di CO2 in meno all’anno); bloccare gli incendi in Indonesia (1,3 miliardi); ripristinare le torbiere degradate (mezzo miliardo di tonnellate risparmiate).
Non mi sembra che le richieste siano così assurde.
Dorothyartet 2 Febbraio 2017 il 1:35 am
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