L’allarme lanciato per le uova alla diossina in Lombardia ha raggiunto la stampa nazionale e si discute, più animatamente che mai, sulle possibili cause delle contaminazioni riscontrate in 23 allevamenti su 30.
Uova alla diossina in Lombardia: in 23 allevamenti su 30 si registra la presenza di sostanze cancerogene in misura superiore a quanto consentito dalla Legge Europea: le sostanze incriminate sono la diossina e i PCB, ovvero i policlorobifenili. Ipollai con uova contaminate si trovano a Milano come a Sesto San Giovanni e a Mantova, nelle città come fuori. La discussione sta montando e, a nostro parere, è solo all’inizio. Difatti i dati fanno riferimento a un’indagine del ministero della Salute che andrà a toccare le zone di 57 siti inquinati nello stivale: probabilmente i tristi risultati delle analisi nelle zone citate troveranno eco anche altrove.
I 30 pollai in cui sono state ritrovate uova alla diossina e contenenti PCB oltre i limiti sono strutture di carattere rurale-familiare, il che se da un lato significa che tali prodotti non finiscono nei supermercati (ma attenzione a non inferire troppo facilmente che tutti i prodotti sui nostri banconi siano “puliti”…) d’altro canto risulta particolarmente allarmante poiché testimonia delle estese possibilità di contaminazione dei prodotti alimentari in aree contaminate.
Difatti, sembra piuttosto chiara la correlazione con la contaminazione dei terreni dove razzolano le galline: esemplare il caso di Ospitaletto dove, nonostante i prodotti siano a km zero, negli anni passati la contaminazione era stata imputata a cattiva gestione zootecnica, ma con le nuove analisi sembra chiaro che la pericolosità dei prodotti alimentari sia da imputare all’inquinamento prodotto dall’acciaieria vicina.
Andrea Zanoni, eurodeputato da sempre particolarmente attento alle tematiche del benessere animale, della sostenibilità ambientale e dei danni ambientali alla salute umana, ha di recente dichiarato:
I risultati dei controlli resi noti sono inquietati. Sulle tavole dei cittadini arrivano veleni di ogni genere. Le uova contaminate dalle sostanze cancerogene, come la diossina, sono alimenti che i nostri bambini consumano e che le mamme hanno sempre tranquillamente servito, soprattutto se provengono da allevamenti rurali e non intensivi che offrono prodotti a chilometro zero. Ora, invece, non c’è più nemmeno questa sicurezza, perché le galline vivono in terreni contaminati vicini a poli industriali.
Photo credits | Justin Henry su Flickr