Anonymous contro il rigassificatore di Livorno, pioggia di attacchi hacker nella campagna Green Rights del collettivo informatico più famoso del mondo. Ce n’è per tutti: Ministero dell’Ambiente, Camera di commercio di Livorno, Iren Energia e Iren Ambiente, OLT Offshore e Fratelli Neri. Anonymous ha sferrato l’attacco durante la manifestazione a Livorno contro il rigassificatore.
I cittadini nelle strade a protestare contro il rigassificatore, gli attivisti del collettivo Anonymous a protestare sul web come meglio sanno fare, colpendo i siti internet di tutti i soggetti coinvolti nel progetto del rigassificatore. Tra i soggetti colpiti, oltre al sito del ministero dell’ambiente in cui gli attivisti hanno hackerato 4 mila account e sottratto il progetto del rigassificatore di Livorno e la mailing list collegata al progetto, anche Iren Energia e Iren Ambiente, nomi già al centro di infinite diatribe per l’inceneritore di Parma.
Il corteo tenutosi per le strade di Livorno contro l’impianto off shore della OLT non ha avuto quindi fine nelle strade, ma si è propagato sul web grazie agli attivisti che hanno il loro simbolo nella maschera di Guy Fawkes. Naturalmente la pioggia di attacchi hacker è stata accompagnata da un messaggio in puro stile Anonymous. Eccone un estratto significativo:
Notiamo che i cittadini e le cittadine italiani sovvenzionano obbligatoriamente le vostre attività pagando per i propri consumi elettrici e non hanno alcuna possibilità di influire sulle scelte delle citate aziende di stato. Quindi ribadendo la natura pacifica della nostra protesta che è da considerarsi affine a FLASHMOB o al SIT-IN (vedi la nostra dichiarazione), intendiamo tuttavia dar voce a tutti coloro i quali, indignati dalla breve lista su esposta, vogliono rivendicare il proprio diritto al dissenso. Inoltre è evidente che se questi e mille altri problemi si sono accatastati nel corso degli anni è perché effettivamente l’azione delle istituzioni in primis il Ministero dell’Ambiente è stata insufficiente o inesistente.
E il messaggio si conclude replicando ai membri del ministero che hanno fatto notare i disservizi ai cittadini derivanti dall’attacco hacker, che il disservizio è insito anche in ogni sciopero, e che il diritto di sciopero è sancito dalla costituzione e che cancellarlo sarebbe assolutamente antidemocratico.