Contro il veleno per orsi e lupi di cui purtroppo si continua a fare un uso tutt’altro che raro nel nostro paese, sono sempre più attivi e sempre più in prima linea, i cani. Le richieste d’intervento al nucleo cinofilo speciale del parco Gran Sasso-Laga continuano a moltiplicarsi in Italia.
Cani impegnati nello scovare i bocconi avvelenati nascosti nei boschi e quindi nel preservare gli esemplari di lupi, orsi e altri animali selvatici presenti in Italia. In Abruzzo due nuclei cinofili contro i veleni gestiti dal Parco Gran Sasso-Laga e dal Corpo Forestale italiano hanno avuto modo di intervenire a più riprese di recente, e i cani hanno individuato ben 29 esche avvelenate prima che queste potessero essere inghiottite da altri animali.
I cani antiveleno riportano i riflettori su una pratica vergognosa e pericolosissima per le specie a rischio estinzione. Ora dalla Regione Abruzzo arriva anche una proposta di legge per aumentare i controlli e il contrasto al fenomeno dei bocconi avvelenati, proponendo anche sanzioni più dure per tutti i colpevoli, ovvero, come ha dichiarato il Consigliere della Regione Abruzzo Paolo Colomba
contro coloro che, spesso per ignoranza, attentano al nostro patrimonio più prezioso.
Purtroppo, come accennato, per i nuclei cinofili del Parco le richieste si moltiplicano e arrivano da tutta Italia. Come hanno spiegato i responsabili del Parco abruzzese
L’uso del veleno è, purtroppo uno dei sistemi più atroci utilizzati per uccidere gli animali selvatici, non solo perché non selettivo ma anche perché causa gravissime sofferenze agli animali che ne restano vittime. I Nuclei cinofili antiveleno rappresentano quindi un ausilio prezioso per contribuire alla conservazione della fauna custodita nei Parchi dell’Abruzzo.
Una buona via, questa intrapresa dai responsabili del parco del Gran Sasso-Laga, contro il fenomeno molto insidioso e di difficile contrasto dei bocconi avvelenati.
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