Se vi recate in questi giorni al lago d’Iseo vi accorgerete subito che c’è qualcosa che non va. Dall’inizio della settimana infatti una macchia scura campeggia in mezzo allo specchio d’acqua. Da cosa è stata causata? Le autorità hanno subito tentato di minimizzare facendo riferimento a cause naturali. Ovviamente non sono d’accordo le associazioni ambientaliste come Legambiente. Anche perché non stiamo parlando di una piccola chiazza, ma di una macchina di 3 chilometri di lunghezza per almeno 200 metri di larghezza.
Sotto accusa, secondo l’associazione ambientalista, sarebbe il Comune di Pisogne, il cui canale industriale si dev’essere aperto un varco fino al lago. Secondo quanto spiega Dario Ballotta, presidente di Legambiente Basso Sebino, dal canale sarebbero fuoriusciti liquami e oli fumanti a getto continuo per tutto il fine settimana, a cui si sarebbero uniti anche gli scarichi fognari. Un mix letale che ha provocato la più grande emergenza che il lago ricordi negli ultimi anni.
La risposta dei rappresentanti istituzionali? Come sempre vaga e tendente a minimizzare il problema:
Nessuno tranne Legambiente sa di questo presunto inquinamento. Alle 17 di oggi abbiamo chiamato l’Arpa che non era stata allertata e non sapeva nulla, idem i carabinieri. Mi chiedo come mai Legambiente, anziché avvisare i giornali con tre giorni di ritardo non abbia chiamato le autorità competenti
ha tuonato l’assessore all’Ambiente del Comune di Pisogne, Elio Musati. Insomma, sembra quasi che sia colpa di Legambiente che la situazione sia quella che è. Ma non è finita qui.
Certo, quando piove troppo escono acque in eccesso dal depuratore ma la nostra Protezione civile non ha rilevato reflui sospetti in uscita dallo sforatore. Quelle chiazze potrebbero essere generate dal rimescolamento del fondo e delle alghe, causato dalle abbondanti precipitazioni della scorsa settimana.
Insomma, sarebbe una cosa naturale che potrebbe ripetersi. Un controllo più accurato sugli scarichi però non farebbe male. Ad ogni modo ieri pomeriggio l’Arpa ha effettuato le rilevazioni e per avere i risultati che ci diranno da cosa è causata quella macchia bisognerà attendere ancora qualche giorno.
[Fonte: Corriere della Sera]
Foto: Legambiente