In questi giorni al Parlamento Europeo verrà votata una nuova legge sulla PAC, o Politica Agricola Comune, che in sostanza non è altro che il finanziamento europeo alle politiche agricole. In sostanza attraverso questi versamenti l’UE sostiene un settore in crisi come quello agricolo, il quale per mantenere prezzi bassi deve necessariamente produrre spendendo molto e guadagnando poco. Per poter essere conveniente ha bisogno del sostegno pubblico, e fino a questo momento i finanziamenti sono stati erogati a pioggia.
Ora però qualcosa cambia. Le tecniche moderne permettono di distinguere nettamente chi utilizza pratiche ecologiche e chi invece quelle intensive che non fanno altro che distruggere la Terra, anziché “collaborare” con essa. Per questo l’associazione Slow Food ha scritto una lettera agli europarlamentari che si stanno accingendo a votare questa nuova legge per fargli aprire gli occhi e farli votare più coscientemente.
Non è più ammissibile che i soldi di tutti gli europei sostengano la produzione agricola in quanto tale, senza che si prenda atto che è immorale incassare denaro per inquinare, impoverire Madre Terra e agire in modo insensibile verso i cittadini, non semplici consumatori ma legittimi titolari dell’erario. Non è più ammissibile che i soldi di tutti sostengano il profitto di pochi e in più debbano anche servire a riparare i danni al bene comune che quei profitti hanno provocato. Non accetteremo oltre che la PAC aiuti chi può scegliere di non adottare pratiche ecocompatibili: la sostenibilità non è un optional e deve diventare un obbligo per tutti, nell’interesse di tutti.
In pratica l’associazione chiede di erogare i finanziamenti (parliamo del settore più finanziato di tutta l’Unione Europea) solo a chi pratica l’agricoltura sostenibile come rotazione delle colture, produzioni biologiche e così dicendo. L’intento è evitare che pratiche intensive e con forte utilizzo di pesticidi o altri agenti chimici, oltre a distruggere il terreno, vengano pure finanziate dai nostri soldi. Magari aiutando solo le attività positive, tutti i produttori potranno convertirsi ed intraprendere la strada del vero greening, abbandonando quella del greenwashing.
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