Il canile Parrelli non è un nome molto conosciuto, ma chi abita a Roma molto probabilmente l’avrà sentito nominare. È una sorta di nuovo Green Hill senza gli esperimenti scientifici, ma la finalità ultima è sempre la stessa: sopprimere i cani. Almeno stando all’accusa degli animalisti nei confronti degli attuali proprietari che, intercettati dalla Procura di Roma, pronunciavano frasi da brivido che lasciano poco spazio all’interpretazione.
“Dobbiamo sopprimerli”. “È pronta la siringa?”. “Ogni cane morto è uno di meno…”. “Tutti quelli che possiamo sopprimere, li dobbiamo sopprimere. Tutti!”. “Bisogna non far vedere…”
queste ed altre simili frasi sono state pronunciate da un’operaia e dalla proprietaria del canile, Pina Parrelli, già accusata in passato di maltrattamenti. Nel ’94 la polizia entrò nel canile e trovò 90 carcasse di cani e gatti morti. La voci sulle attività della struttura si sono poi susseguite e parlavano di animali catturati e poi spediti verso i laboratori del Nord Europa, oltre che di mille altre accuse, alcune infondate, altre invece a quanto pare con un fondo di verità.
L’intercettazione (ne sarebbero state fatte 4) inchioda definitivamente la signora Parrelli, e ad effettuarle sarebbero stati ex dipendenti della struttura che, inorriditi da ciò che accadeva al suo interno, prima di dimettersi avevano deciso di registrare tutto per tentare di fermare questa pratica agghiacciante. Stando alle intercettazioni le due principali responsabili di questa crudeltà, la proprietaria ed una sua dipendente rumena, facevano di tutto per sopprimere i cani, andando contro qualsiasi legge. Ogni volta che catturavano un esemplare lo lasciavano vivere se possedeva il microchip, mentre se ne era sprovvisto lo abbattevano.
Intervistata dal Corriere della Sera la signora Parrelli afferma di agire nella legalità e di far del bene agli animali, e che tutte le denunce che le sono state affibiate, e da cui è sempre stata assolta, sono arrivate da persone che non volevano che lei salvasse gli animali. L’ultima denuncia stavolta è arrivata da Federfida, e la realtà che ne viene fuori è decisamente diversa.
[Fonte: Corriere della Sera]
Photo Credits | Getty Images