Ancora una volta l’Italia riesce a produrre una grande idea tecnologica. Il merito va ad Emanuele Guglielmino dell’Istituto Italiano di Tecnologia che ha inventato una sorta di caricabatterie portatile, in grado di ricaricare interi dispositivi con l’energia meccanica (il movimento) o fluidifica (ad esempio sfruttando il gas in pressione). Ma più importante ancora è che tale dispositivo si mette in tasca. Si chiama microturbina ed è grande 14 millimetri di diametro, quanto circa una moneta da un euro.
L’idea è stata selezionata da Italia Camp, un premio che va alle idee più innovative realizzate in Italia, finanziato con una start-up indetta da il Sole 24 Ore e Mind the Bridge che aiuteranno l’inventore ed il suo team a lanciare sul mercato il suo prodotto.
La struttura compatta e la capacità di generare autonomamente fino a 30W, rende la microturbina una tecnologia adatta a sostituire le batterie o a ricaricarle, in particolare all’interno di impianti distribuiti su grandi estensioni o in zone remote, riducendo l’utilizzo dei cavi elettrici associati.
Tradotto significa che questa microturbina funzionerà anche lì dove un impianto elettrico non potrebbe teoricamente funzionare perché non allacciato alla rete elettrica. Alcuni esempi sono le batterie dei sensori o dei sistemi di misura usati negli impianti industriali, ma anche servizi per il settore ferroviario e nautico. Questo piccolo oggettino, oltre ad essere così efficiente, è anche duraturo dato che garantisce la carica per 10 anni e rende così affidabili in caso di incidenti all’alimentazione anche impianti “delicati” come i gasdotti o simili che, in caso di mancanza di energia elettrica, potrebbero rappresentare un pericolo per la sicurezza.
Nel frattempo Guglielmino si sta già togliendo molte soddisfazioni dato che ha brevettato la sua invenzione ed ha già ricevuto l’apprezzamento di numerose aziende della Silicon Valley. Un altro pezzo di Italia di successo che speriamo non venga lasciato andare con la consueta facilità.
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