Come tutti sanno i prossimi 24 e 25 febbraio si tornerà alle urne per votare per il nuovo Parlamento. A noi in questa sede non interessano le classiche promesse dei partiti che spesso non vengono mantenute, ma ci interessa capire le loro intenzioni per quanto riguarda i temi ambientali. Andiamo ad analizzare questo punto, presente in quasi tutti i programmi, dei due principali partiti di centrodestra, dei due di centro, due di centrosinistra e due non allineati.
Un primo sospiro di sollievo l’abbiamo tirato osservando che la parola nucleare è scomparsa da tutti i programmi. Ce l’aspettavamo, sotto qualche forma nascosta, in quello del PDL, ma siamo stati smentiti. Anzi, il partito di Berlusconi parla di rinnovabili, di sostenere la green economy, di riassetto idrogeologico del Paese, di raccolta differenziata, politiche di riduzione dei rifiuti e valorizzazione dei parchi e aree protette. Una bella svolta rispetto al passato. Sullo stesso tono anche le promesse della Lega Nord che vorrebbe recuperare le aree dismesse per farne terreno per le rinnovabili, fermare la cementificazione e recuperare le aree verdi e tenere sotto controllo l’inquinamento, compreso quello spesso dimenticato dell’elettromagnetismo. Purtroppo i leghisti vogliono puntare anche sull’allargamento ed il potenziamento degli aeroporti che non sono molto sostenibili.
Nello schieramento di centro l’agenda Monti pone l’ambiente molto al di sotto nella lista delle priorità, pur sostenendo l’importanza della Green Economy intesa come rivisitazione delle attuali pratiche di produzione e trasporto dal punto di vista del risparmio energetico e dell’efficienza, con il contenimento delle emissioni, l’impiego dei materiali riciclabili e tecnologie intelligenti. Anche Monti parla di bonifiche e recupero del territorio, e di rivedere la questione rifiuti in un’ottica più improntata alla differenziata e alla riduzione della produzione. Non si fanno cenni alle politiche sulle rinnovabili. Il suo collega di coalizione Casini invece non nomina mai i temi ambientali nel suo programma.
A sinistra c’è sicuramente più attenzione per i temi ambientali, non fosse altro perché c’è un partito che ha il termine “ecologia” già nel nome. Cominciamo con il PD che vuole inasprire le pene per i reati ambientali e parla di messa in sicurezza del territorio, ma senza entrare nel merito delle varie questioni. Lo fa invece SEL che vuole inaugurare una “economia ecologica” che salvaguardi i beni comuni (acqua, aria, ecc.) e riduca gli sprechi. Inoltre vuol introdurre una nuovo PIL che tenga conto anche della valorizzazione dell’ambiente. Tra i punti c’è lo stop alla cementificazione, recupero idrogeologico, bonifiche, incentivi per il riciclo, riduzione delle emissioni ed investimenti nelle rinnovabili.
Infine tra i partiti non allineati agli schieramenti c’è il Movimento 5 Stelle che fa dell’ambiente una delle sue bandiere, tanto da mettere l’energia (ovviamente dalle rinnovabili) come secondo punto del programma. Tra gli obiettivi c’è un uso più intelligente delle risorse anche fossili, politiche di risparmio energetico, impianti di co-generazione elettricità/calore, riduzione delle emissioni, incentivi ai biocombustibili ed altre politiche per l’auto-produzione energetica. Dal punto di vista dei trasporti invece l’obiettivo è favorire le biciclette ed i mezzi pubblici, ma anche il car sharing e car pooling. L’altro candidato invece, Ingroia, parla soltanto di un generico “rispetto per l’ambiente”, senza però specificare alcun tipo di politica al riguardo.
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Donatella 28 Gennaio 2013 il 4:08 am
Dal sito di Rivoluzione Civile:
http://www.rivoluzionecivile.it/2013/01/23/rivoluzioniamo-lambiente/
Marco Mancini 28 Gennaio 2013 il 12:50 pm
ne terremo conto per il prossimo articolo, grazie per la segnalazione