Molti Paesi in tutto il mondo da qualche anno stanno introducendo alcune tutele ambientali per salvaguardare il proprio territorio. Ma nessuno finora aveva mai inserito, all’interno della propria costituzione, il vincolo ambientale. Lo ha fatto per primo il Galles, e ad annunciarlo è stato John Griffiths, Ministro dell’Ambiente, che ha stupito tutti durante i colloqui di Doha della scorsa settimana.
Ma cosa cambia ora con questa nuova legge? In pratica per costruire qualsiasi edificio, d’ora in avanti bisognerà tenere conto delle ripercussioni sull’ambiente e quelle sociali di ogni costruzione. Ad esempio non potranno più essere abbattuti alberi secolari né, come ad esempio accade in Italia, verranno costruiti edifici sul costone di una collina, in seguito ad un massiccio disboscamento, o sul letto di un fiume prosciugato.
Il disegno di legge è piaciuto ad altre realtà mondiali come al Governo della Catalogna ed a quello del Quebec che vogliono inserirlo anche nei propri statuti. Con questa mossa il Galles è stato insignito del titolo del Paese più attento all’ambiente del mondo, dato che si tratta solo dell’ultimo provvedimento green voluto dalla nuova dirigenza. Tra le altre indicazioni infatti ci sono la riduzione delle emissioni del 3% all’anno, in modo da arrivare al 2020 con un importante -40%, un tasso di ingresso delle energie rinnovabili tra i più alti d’Europa e piani ambiziosi per quanto riguarda l’efficienza energetica domestica e l’edilizia sociale, nonché l’abbandono annunciato dell’energia proveniente dal carbone.
Ma non solo. Per rilanciare l’economia l’intenzione del Premier è quella di incentivare le aziende ad assumere personale con compiti di green economy, in modo da, per usare le parole del Ministro dell’Ambiente,
ottenere più benefici per la comunità e fornire più posti di lavoro.
Sarà anche un piccolo Paese, ma ha scosso gli animi degli altri ministri riuniti a Doha, e chissà che non possa aver scatenato una reazione a catena. O almeno è ciò che ci auguriamo.
[Fonte: The Guardian]
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