Con le tecniche architettoniche e costruttive moderne è possibile realizzare case in terra battuta con risultati strutturali paragonabili a quelli delle case costruite in calcestruzzo. Un possibile soluzione anti-co2, poiché si evitano tutte le emissioni di anidride carbonica insite nella produzione e nell’utilizzo del cemento.
L’impasto di terra, acqua, fibre e paglia può essere utilizzato nella bioedilizia per costruire case in terra battuta di bell’aspetto e maggiormente sostenibili a livello ambientale, in grado di evitare la co2 emessa nei processi di produzione e utilizzo del cemento. Le caratteristiche strutturali di queste case sarebbero paragonabili a quelle delle case in calcestruzzo, e i loro benefici a livello di sostenibilità ambientale sono legati anche alla possibilità di costruire a Km zero.
Una casa a km zero in terra battuta è possibile. Costruita sul luogo con lo stesso materiale ricavato dagli scavi per le fondamenta, resistente, solida, e dalle naturali doti estetiche. Ne è stata realizzata una di recente in Toscana, nei campi vicino Stribugliano in provincia di Grosseto. Come è facile intuire, l’impressione visiva è di grande continuità con il paesaggio, tanto ricercata da svariate correnti dell’architettura contemporanea. Come spiega Pietro Melloni, uno dei due autori, l’efficienza energetica è assicurata:
Il tetto è integrato da pannelli solari termici e fotovoltaici, non visibili da terra. In più, l’isolamento interno permette di sfruttare al meglio l’inerzia termica dei 48 centimetri di spessore dei muri, trattenendo nella casa il calore in inverno e il fresco in estate.
I vantaggi sotto svariati punti di vista di case costruite in terra battuta sono enormi, e ciò non impedisce realizzazioni di grande spessore estetico (al contrario). E per rimarcare l’ecosostenibilità di questo genere di edifici basti pensare che se vengono abbattuti oltre la metà del materiale può, semplicemente, tornare a essere parte di un campo da arare.
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