Continua la battaglia di Legambiente contro l’amianto. Dopo la denuncia della sua presenza nelle scuole del nostro Paese, l’associazione ambientalista esce oggi con un nuovo studio secondo cui ancora nel 2012, a più di vent’anni dalla messa al bando di questo materiale letale, ci siano duemila persone che muoiono per causa sua ogni anno. Stando ai dati di Legambiente infatti, sarebbero 34 mila i luoghi in cui ancora l’amianto è presente, e non si fa abbastanza per eliminarlo dato che i lavori vanno al rilento.
Dopo aver scoperto che questo materiale è cancerogeno è partita un’opera di bonifica che ha preso di mira specialmente i depositi nelle grandi città. Ma in provincia spesso la situazione oggi è uguale a quella degli anni ’80, e così le persone continuano a morire. Si stima che vi siano ancora 32 milioni di tonnellate da eliminare in tutta Italia, tanto che con il ritmo che abbiamo oggi Legambiente pensa ci vorrà almeno il 2100 prima di essere certi che sia eliminato da tutto il Paese.
La conseguenza principale dell’amianto è il mesotelioma pleurico, un tumore al polmone che uccide ogni anno 900 persone, anche se purtroppo non è l’unica malattia causata dall’asbesto. Ed anche se si bonificasse non è detto che saremmo tutti salvi visto che, una volta entrate nel corpo umano, queste piccolissime particelle possono anche metterci 40 anni prima di provocare sintomi. Ciò significa che chi è venuto in contatto con questo materiale non può dirsi tranquillo nemmeno se venisse bonificato. Ad ogni modo la sua eliminazione garantirebbe sulla sicurezza almeno delle nuove generazioni.
Felice Casson, senatore del PD, ha chiesto un’intervento del Governo in merito, in quanto c’è bisogno di finanziare opere di risanamento ambientale, sorveglianza sanitaria ed anche risarcimento alle vittime, dato che ancora per i prossimi anni sono previsti altri casi di patologie derivanti dall’esposizione all’amianto.
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