Anche se con un anno di ritardo, finalmente il Governo si è deciso a realizzare un provvedimento per le rinnovabili termiche. Lo ha fatto sotto forma di decreto, ma ciò che conta è che alla fine la nuova legge c’è e serve per incentivare la produzione di questa forma energetica. Prima di tutto bisogna definire cosa significa rinnovabili termiche. In questa categoria rientrano il riscaldamento a biomassa, le pompe di calore, il solare termico ed il solar cooling, cioè le tecniche di solare passivo, compresi i sistemi di condizionamento dell’aria alimentati dal fotovoltaico.
Detto questo, vediamo cosa cambia.
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili termiche, il nuovo sistema incentivante promuoverà interventi di piccole dimensioni, tipicamente per usi domestici e per piccole aziende, comprese le serre, fino ad ora poco supportati da politiche di sostegno. Il cittadino e l’impresa potranno dunque più facilmente sostenere l’investimento per installare nuovi impianti rinnovabili ed efficienti (con un costo di alcune migliaia di euro) grazie a un incentivo che coprirà mediamente il 40% dell’investimento e che verrà erogato in 2 anni (5 anni per gli interventi più onerosi)
ha sintetizzato il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Per piccoli impianti si intendono quelli che non superano i 500 kw, cioè da quelli piccoli da pochi kw per una singola famiglia a quelli un po’ più grandi per le imprese o i condomini, senza però arrivare agli enormi impianti che hanno come unico obiettivo quello di vendere l’energia alla rete nazionale.
Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione vengono sbloccate quelle restrizioni fiscali, i famosi lacci e lacciuoli, che tengono legate le mani agli amministratori, i quali possono finalmente agire in qualcosa che non sia l’attività ordinaria. L’obiettivo è di puntare sugli interventi di riqualificazione energetica per un totale di 200 milioni di euro nel pubblico e ben 700 milioni nel privato. Il fine ultimo è quello di mantenere gli accordi con l’Europa di raggiungere il 20% del taglio delle emissioni ed il 20% della fornitura energetica da fonti rinnovabili entro il 2020.
[Fonte: Repubblica]
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