Avaaz, l’organizzazione non governativa internazionale attiva per contrastare i cambiamenti climatici e salvaguardare i diritti umani e l’ambiente, si mobilita e chiede la tua firma per una nuova petizione: salvare l’Oceano Antartico dalle flotte di pescherecci industriali. C’è solo un modo per tutelare l’ecosistema marino e l’habitat di migliaia di specie di animali e vegetali che popolano le fredde acque del Polo Sud: creare un’area marina protetta e proteggere la biodiversità.
Sono in tanti, ma non ancora troppi, ad aver firmato la petizione di Avaaz per promuovere la creazione della più grande riserva marina al mondo nell’Oceano Antartico. Tra le ecocelebrities vi è anche Leonardo Di Caprio, non certo nuovo nelle azioni di sensibilità per l’ambiente e l’ecologia. Lui come moltissimi altri vip, è sceso in campo a sostegno della biodiversità e della tutela dell’habitat di balene, pinguini e migliaia di altre specie di animali e piante che popolano il Polo Sud. Il loro impegno è nella richiesta promossa da Avaaz per fermare le flotte di pescherecci industriali che mettono a rischio l’intero ecosistema dei mari dell’Oceano. Anche i governi di molti Paesi sostengono la causa, a differenza della Russia e della Corea del Sud che minacciano di votare contro la nascita della riserva marina che proteggerebbe oltre 6 milioni di chilometri quadrati dell’Oceano Antartico, dal Mare di Ross all’Antartico orientale, luoghi fondamentali per la biodiversità: solo il Mare di Ross ospita oltre 40 specie endemiche tra balenottere minori e orche, foche di Weddel, pinguini di Adelia, pinguini imperatore e krill. Ecco il testo della petizione rivolta ai delegati della Commissione Antartico (CCAMLR)
In qualità di cittadini preoccupati da tutto il mondo, vi chiediamo di agire con fermezza per mettere al sicuro il prezioso habitat di balene e altre specie polari quando vi incontrerete a Hobart, in Australia. Vi chiediamo di chiudere un accordo ambizioso che crei la più grande riserva marina al mondo nell’Oceano del Sud, dal Mare di Ross all’Antartico orientale.
[Fonte e foto: Avaaz]