Dopo l’esempio della casa di moda fiorentina Gucci, del marchio Benetton, moltissime altre imprese del Made in Italy hanno aderito al programma lanciato dal ministero dell’Ambiente per ridurre le emissioni e l‘impatto ambientale dei loro prodotti. Sarà una certificazione verde a informare i consumatori della qualità dei materiali e della gestione dei processi industriali seguiti per ottenere il prodotto finito.
Tra i grandi nomi che hanno aderito all’iniziativa vi sono Coop Italia, Antinori, Pirelli, Illy caffè ma anche Telecom Italia, società Autostrade, acqua San benedetto, Unicredit, università di Tor Vergata di Roma, ognuno deciso a ridurre l’impronta di carbonio, le risorse idriche e le emissioni climalteranti dai loro processi industriali. L’iniziativa, che è stata presentata dal ministro Corrado Clini presso l’Università Bocconi di Milano, sta ricevendo nuove adesioni anche tra le piccole e medie imprese nostrane. Hanno sottoscritto il programma di riduzione delle emissioni e dei consumi con un accordo volontario 70 marchi che esportano il Made in Italy anche all’estero. Sin dal 2009 il programma era stato avviato ma solo dopo il summit di Rio+20 sono stati definiti punti e obiettivi per ricevere la certificazione verde. Come ha spiegato il ministro Corrado Clini
L’esperienza di questi anni suggerisce che i consumatori finali sono sempre più sensibili al valore ambientale delle proprie scelte, e questo dato sta orientando le imprese ad assumere in misura crescente la certificazione ambientale del ciclo di vita dei propri prodotti, anche per ‘accrescere la competitività in mercati sempre più esigenti ed attenti ai valori ambientali.
Per questo uno dei prossimi impegni del governo italiano, è quello di
Prevedere misure specifiche per la promozione della certificazione ambientale, anche attraverso incentivi fiscali. A questo fine dovrà essere utilizzato lo schema di delega fiscale, che all’art.15 prevede misure per la fiscalità verde.
[Fonte: Ansa]
[Photo Credit | Thinkstock]
Marie 1 Marzo 2017 il 3:10 am
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