Si è spento, all’età di 95, Barry Commoner uno dei pionieri del movimento ecologista moderno. Al biologo e studioso americano si devono le prime ricerche sull’interazione tra virus e cellule delle piante e sull’importanza dei radicali liberi nel processo metabolico.Commoner è stato uno dei primi sostenitori della sostenibilità e dell’energia pulita, lottando negli anni ’60 contro i test per il nucleare e denunciando in modo costante i rischi ambientali legati allo sviluppo tecnologico americano.
Pur restando al servizio della scienza e dell’ambiente, Commoner non ha mai perso di vista l’ecologia e la salute dell’uomo monitorando e ammonendo laddove venivano messi a rischio questi fattori, legati allo sviluppo industriale e tecnologico che soprattutto negli USA del dopoguerra è stato molto rapido e devastante. Le sue idee così innovative hanno costituito il primo nucleo delle moderne correnti ecologiste. Motivato sostenitore delle energie rinnovabili, è stato tra i primi a parlare dei danni causati dalle radiazioni nucleari. E’ a lui che si deve il trattato per la sospensione dei test atomici del 1963. La sua figura soprattutto negli Stati Uniti del secolo scorso è stata determinante per alcune scelte oculate, a tal punto che la rivista Times nel 1970 gli dedicò la copertina definendolo un Paul Revere dell’ecologia, paragonandolo cioè all’eroe della Guerra d’Indipendenza americana, ma per l’adesione alle tematiche ambientali e all’ecologia.
Il ricercatore sarà ricordato anche per aver fondato nel 1966 il centro di ricerca per la biologia dei sistemi naturali di New York. Tra i suoi scritti segnaliamo i principali: The closing circle. Nature, man, and technology (1971); The poverty of power. Energy and the economic crisis (1973); peace with the planet (1990).Con lui se ne va una figura storica della seconda metà del ‘900 americano. Rimangono noti, oltre ai suoi scritti e alle sue idee, le sue piccole abitudini come quella di indossare solo camicie non stirate per evitare “inutili sprechi di energia”. Un pensiero davvero moderno per un secolo di boom economico e industriale.
[Fonti: Enciclopedia Treccani; La Repubblica]