Inizia la mobilitazione contro i permessi rilasciati dal governo per nuove ricerche petrolifere nei mari italiani. La Puglia non ci sta e le Isole Tremiti, in particolare, non vogliono sentir parlare di ricerche petrolifere nelle acque circostanti. La protesta segue i permessi per le ricerche concessi alla multinazionale Petroceltic, e si basa sul ricorso portato avanti dalla regione contro le decisioni del ministero dell’ambiente e dei beni culturali.
Benché il ministro dell’ambiente Corrado Clini abbia ricordato che si tratta solo di ricerche e non di trivellazioni, la regione Puglia, e non solo, come vedremo, non si sente affatto rassicurata: niente ricerche petrolifere e niente trivellazioni, questa la richiesta. Dopo un annetto circa in cui si sperava che quanto concesso alla multinazionale irlandese Petroceltic non avrebbe avuto seguito e la faccenda potesse finire nel nulla, ecco che invece i preparativi per le ricerche tornano rapidamente a essere effettuati e la regione Puglia insorge.
A sostenere la regione Legambiente, estremamente preoccupata per le ricerche che si terranno in tutto il mare Adriatico dal Veneto al tacco dello stivale, con particolare impegno nelle acque all’altezza del Molise, dell’Abruzzo e nelle acque pugliesi. Il sindaco del comune delle Isole Tremiti, Antonio Fentini, guida quindi una protesta che potrebbe allargarsi dal locale al regionale al nazionale: tanti i comuni coinvolti direttamente, e di conseguenza le regioni. Si può ragionevolmente credere che diverse altre potrebbero fare ricorso contro la decisioni di concedere i diritti di ricerca alle multinazionali del petrolio: in ballo c’è il rischio di minare strategie di sostenibilità che hanno necessitato di lungo tempo per essere messe in piedi e perfezionate. Senza parlare dei possibili rischi per il turismo in uno scenario non a breve termine che vede, negli anni a venire, non solo le concessioni per le ricerche petrolifere ma anche quelle per le trivellazioni.
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